IMMIGRAZIONE IN VENETO
Cona, Verona e Montello, tre località del Veneto che in questi giorni stanno dimostrando come la mancanza di un’accoglienza diffusa sia la causa di assembramenti obbligati, capaci di creare situazioni difficili da tenere sotto controllo.
Qui non si parla di buonismo, ma di responsabilità!
Gli slogan “da noi no”, “a casa loro”, “tienili a casa tua”, non portano a niente se non a un gioco perverso creato da una politica che cerca “consenso”. Il divieto del partito leghista imposto ai sindaci della Lega è questo: obbliga a non suddividere le responsabilità, ma a concentrarle sulle spalle di pochi e di conseguenza a difficoltà di gestione.
La Regione e le amministrazioni ora hanno delle opportunità per partecipare (vedi rete sprar e commissione regionale sui flussi migratori). Non lasciare nelle mani delle sole cooperative la gestione del fenomeno, potrebbe essere mossa intelligente: non solo diventerebbe utile per Veneti grazie all’assegnazione di compiti socialmente utili ai migranti, come il mantenimento della pulizia di giardini e strade, o la creazione di nuovi posti di lavoro per le professionalità venete che si occupano di sociale, ma l’obiettivo primario di CREARE ORGANIZZAZIONE, sarebbe NON FAR PESARE SULLE SPALLE DEI VENETI LA PRESENZA DEI MIGRANTI: se le forze politiche leghiste preferiscono creare disagi ai Veneti, continuino così, chiudendo le istituzioni alla collaborazione, rinnegando le proprie responsabilità e partecipando a manifestazioni dai toni estremisti.
Se invece vogliamo costruire un Veneto rispettoso dei Veneti e del nostro diritto ad una vita serena, allora facciamo tutti la nostra parte: partecipiamo alle fasi decisionali, apriamo alla rete di accoglienza fra i comuni e rendiamo operativa la commissione immigrazione.
RIMBOCCHIAMOCI LE MANICHE. Nessuno escluso.
Vi lascio alla lettura di questo interessante articolo del Corriere della Sera – leggi qui.
Inoltre vorrei conoscere le vostre considerazioni: scrivimi@cristinaguarda.it
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