Aulss 8 Berica – Un aggiornamento sul nostro Distretto Ovest
Aspettando la revisione delle schede ospedaliere attese in Veneto, ho incontrato il Dg Giovanni Pavesi, per avere un quadro generale dei nostri nosocomi, sui lavori in corso e sulle progettualità future.
Problemi generali
I principali problemi sono:
- Il personale: non perché non è preparato, anzi! Spesso e volentieri sostiene straordinari sforzi, che purtroppo divengono indispensabili per mantenere la qualità dei servizi sanitari, visto che devono coprire spesso i vuoti organizzativi. Mancano in Veneto infermieri e medici specializzati, ma in particolare la nostra Asl ha difficoltà nel trovare anestesisti e radiologi.
- Due Asl, Una provincia: abbiamo dialogato su come questa divisione stia mettendo in difficoltà alcuni territori dell’alto vicentino e come sarebbe opportuno mettere bene in rete i servizi svolti nel nostro territorio provinciale al di là della divisione amministrativa. Ricordo che durante le votazioni in Consiglio regionale, fui l’unica a promuovere l’esigenza di una revisione delle Asl per ambiti territoriali omogenei, valorizzando non tanto le abitudini amministrative ma la connessione già esistente fra comunità, anche sovra provinciali, verificando la viabilità e le abitudini dei cittadini. Per questo mi opposi duramente alla definizione di Asl sconnessa dalle esigenze dei territori e dettata dalle esigenze politiche della Lega, che fece muro a qualsiasi riflessione sul metodo e non giustificò alcuna scelta con dati e analisi obiettivi trasparenti.
Sugli ospedali del Distretto Ovest:
Ospedale di Lonigo
È un ospedale singolare, che ha trovato una sua identità nella funzione riabilitativa, con una riabilitazione ortopedica ben sviluppata e cardiologica di alto livello, che serve anche pazienti di altre province e regioni. Una configurazione che dona dignità a questa struttura ospedaliera, dopo la grande sofferenza passata dovuta allo svuotamento di reparti e funzioni.
Lavori al 3° Piano: la data termine dei lavori si allunga per una sfortunata serie di eventi. Se la prima ditta che ha vinto l’appalto è fallita, la seconda ha alcuni problemi burocratici: sta quindi lavorando a rilento e questo obbliga ad alcune delicate valutazioni. Speriamo si risolvano in fretta o bisognerà intervenire definitivamente.
Parcheggi: di fronte all’entrata dell’ospedale vecchio, la Asl ha avviato i lavori per la messa in sicurezza del parcheggio e dei marciapiedi: questo a seguito di tante sollecitazioni che anche io ho avanzato assieme a quelle di cittadini, dell’associazione ADIMA e di amministratori locali, di minoranza e di maggioranza.
Inoltre, a seguito della mia proposta, si stanno elaborando 2 diverse opzioni per la realizzazione di parcheggi vista la decurtazione dei posteggi su suolo comunale per la realizzazione di una rotatoria. Si pensa all’area dell’eliporto o degli spazi interni. Ho richiesto, tuttavia, di comprendere la piantumazione di alberi, anche in sostituzione di quelli abbattuti, per cui ho chiesto di condividere documenti e autorizzazioni dei forestali. Una volta che verrà ufficializzata la scelta definitiva, organizzeremo un incontro informativo per spiegare il progetto.
Ex RSA: da anni denunciò come la struttura dove oggi sono ospitati le persone con malattie mentali, è profondamente inadeguata. Oserei dire mortificante per la dignità del malato. Per questo sollecitato la ricollocazione, vista la strada intrapresa inizialmente dall’ex direttore generale. In attesa degli accreditamenti regionali e autorizzazioni regionali (in ritardo) per due strutture vicine a Lonigo, i pazienti più anziani saranno spostati presso alcune case di riposo.
Posti letto e reparti: i 110 posti previsti nel 2012 sono chiaramente ancora da raggiungere e ciò è molto grave, per questo la conclusione dei lavori del 3° piano è urgente. Solo così si potrà realizzare un ospedale di comunità, lungamente richiesto dall’associazione in rappresentanza del malato ADIMA, che anche sollecita da tempo, vista la funzione riabilitativa dell’ospedale, di integrare con il servizio di riabilitazione pneumologica, proposta presa seriamente in considerazione.
Infine ho sollecitato il DG per risolvere alcuni problemi relativi alle liste di attesa, in particolare per prestazioni e visite cardiologiche, per ecografie e densitometrie ossee (per cui non trovano personale e da qui i ritardi).
Ospedale di Montecchio e Arzignano
Nuovo Ospedale: i lavori di ampliamento sono in corso, ma si è perso un anno e anche in questo caso è dannosissimo, per l’organizzazione sanitaria dell’area ovest e sud della provincia. Prevedono di finire i lavori tra 2 anni e mezzo, dovrebbe finire il primo stralcio dei lavori;
Reparti: in questa fase, a causa dei lavori in corso, alcuni reparti sono stati delocalizzati temporaneamente ad Arzignano. Si prevede, ad ogni modo, di potenziare l’ospedale di Montecchio rendendolo riferimento non solo per la chirurgia ortopedia, ma anche implementando la presa in carico della donna, con una Brest unit potenziata a servizio di tutto il territorio provinciale.
Ospedale di Noventa
È un ospedale che serve un territorio molto particolare e distante dalle altre strutture ospedaliere. Per questo è necessario garantirne una identità propria, mantenendo quei servizi utili a garantire l’accesso alla sanità pubblica invece di gravitare sul privato.
Per questo per me è essenziale il mantenimento delle schede ospedaliere e l’implementazione dei servizi ambulatoriali e di distretto.
Ciò che apprezzo è che si è cominciato a far sì che l’ospedale di Noventa diventi nuovo centro di riferimenti per operazioni di chirurgia semplice, piccoli interventi (cataratta, ernie…) non solo per alleggerire l’hub San Bortolo, che ha una lista d’attesa lunghissima, ma anche nell’ottica di mantenere e specializzare il nosocomio nella week surgery. Questo è importante e necessario, ma deve essere sostenuto da quei servizi di diagnosi capaci, come dicevo prima, di non lasciare i cittadini del basso Vicentino in balia di sole prestazioni private..
Altri temi
PFAS e Sanità: dalla regione apprendiamo che verranno presa a carico le giovani donne per prevenzione delle patologie tiroidee alla luce della sottoposizione alla contaminazione da pfas. Nella nostra zona rossa, infatti, si rilevano percentuali più elevate della media regionale. Prossimamente verrà avviato uno screening sanitario specifico e sono rimasta in accordo con il DG che la nostra Ulss organizzerà un incontro pubblico in collaborazione con le Mamme No Pfas. La Regione, promotrice dell’iniziativa, al momento non ha ancora chiarito i motivi per cui ha intrapreso questa strada e gli obiettivi.
Questo è intanto un accenno di ciò che ci siamo detti: è sicuramente una piccola parte dell’enorme e sfaccettata vita della sanità del nostro territorio, ma sono aspetti necessari per la ricerca di una condivisione di proposte, di progettualità e analisi su cui continuerò a lavorare con energia, perché in consiglio regionale c’è ancora molto da fare per schede ospedaliere e la gestione delle conseguenze del nuovo piano socio sanitario. Per questo, nelle prossime settimane, incontrerò nuovamente primari, professionisti e pazienti per poter rappresentare al meglio il nostro territorio.
Queste sono le notizie che vi riporto dopo il mio incontro con il DG Giovanni Pavesi della nostra Asl e se volete commentarle o chiedermi informazioni più precise, scrivetemi.
Grazie Cristina. Grazie per la tua intensa attività per la salvaguardia delle necessita delle persone del nostro territorio.
Non ho trovato e forse mi è sfuggito, cosa si dice dei prodotti vegetali coltivati qui, ci sono analisi in merito? Cosa mangiamo? Come dobbiamo comportarci? Mi rivolgo a te che sei una persona sensibile a questo argomento. È qualcosa che mi angustia molto e cerco risposte per tentare di difendere la
salute dei nostri figli e nostra. Ti ringrazio per l’ attenzione. Che il Signore ti benedica Luciana zanin