Sanità Veneta – Verso la mancanza di diritti e servizi?
4 Aprile 2019
Sanità e Sociale
Oggi ho partecipato in commissione sanità alla presentazione delle nuove schede ospedaliere del Veneto. Un atto in cui viene spiegato quali saranno le funzioni di ogni ospedale del nostro territorio regionale: avrà/rimarrà la chirurgia, la pediatria e la terapia intensiva? Avrà il servizio di radiologia o una Breast Unit o un laboratorio analisi?
Le strategie comunicative riguardo queste schede, fanno pensare che le scelte che la regione vuole fare, rispondano davvero ai bisogni della gente e naturalmente i presupposti ci sono. Purtroppo però nascondono delle gravissime mancanze che incideranno nella nostra vita futura in relazione ai servizi erogati dagli ospedali e dai distretti.
Cosa si nasconde dietro
Un esempio fra tutti è quello della lungodegenza, cancellata praticamente da tutti gli ospedali. Questi si aggiungono alle migliaia di posti letto che già nel 2013 sono stati tagliati e non ancora reintegrati degnamente.
In sostituzione, dicono, verranno attivati (non esiste una certezza entro quando ciò avverrà) gli ospedali di comunità (con posti letto che erano già stati promessi a partire dal 2013): ma ci sono due differenze importantissime, fra questi due!
La prima è che la lungodegenza permette un’assistenza ospedaliera vera, mentre l’ospedale di comunità prevede di avere posti letto con la presenza di qualche infermiere e un’assistenza medica che non si sa ancora da chi verrà fornita (esternalizzazione del servizio?). Utile sì ma non sostituisce l’assistenza per malati acuti!
La seconda, più grave, è che la regione del Veneto ha deciso che gli ospedali di comunità, dopo il trentesimo giorno di degenza, siano a pagamento sulle spalle paziente! Parliamo di cifre importanti, di quota giornaliera, visto che il costo per giorno di un posto letto non ospedalizzato è di circa 150-180 euro.
La risposta dell’Assessore
Abbiamo chiesto all’assessore come si sarebbe inteso affrontare questa questione: la risposta gravissima è il “ci devo ancora pensare“, rimandando ogni decisione a quando avranno i dati relativi alle caratteristiche dei pazienti che al momento usufruiscono dei servizi di un ospedale di comunità.
Ma come può un Assessorato alla sanità decidere per la trasformazione di posti letto ospedalieri in posti letto “depotenziati” e solo dopo ammettere di non avere nemmeno i dati per capire se realmente questo modus operandi è utile alla popolazione e come aiutarla anche da un punto di vista economico?
Sarà tema di confronto!
La cosa è gravissima perché un paziente ospitato in lungodegenza in ospedale ha diritto all’assistenza medica gratuita! Per cui questo taglio è dannosissimo e crea un’ulteriore pericolosa frattura fra i cittadini che possono permettersi di curarsi e quelli che invece non possono per motivi economici.
A questa osservazione aggiungo anche che, per quanto riguarda alcuni ospedali veneti e in particolar modo vicentini, ci sono delle gravi problematiche rispetto alla garanzia dei servizi, aspetti che vedrò di affrontare con voi nelle prossime settimane.
Trovo assurdo, riduttivo e discriminabte tale atteggiamebto. Credo che dare un limite temporale alla lungodegenza sia di una inciviltà incredibile. Il paziente ricoverato in lungodegenza è lì perché impossibile curarlo a casa e chi non potrà sostenere le spese, potrebve x forza ricorrere a mezzi di sussistenza che potrebbero definirsi illeciti. Vogliamo proprio ridurre il tutto a questo? Il paziente ha diritto alla cura….siamo ancora cittadini con dei diritti …non solo doveri . Non vorremmo arrivare ad essere come gli Americani che senza un’assicurazione non possono avere speranze. Abbiamo ottimi medici, ottimi ricercatori e li costringiamo ad andare all’estero!
Se I servizi sanitari sono sempre piu’ carenti lo devono dire gli utenti/pazienti,Ma si guardano bene di intervistarli x capire come stanno le cose.siamo diventati dei numeri o meglio dei pacchi.informazione telegudate al servizio dei poteri politici ed economici.