Cos’è Famiglia? Io la penso così

6 Aprile 2019
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Credo fermamente nella Famiglia, nel suo immenso valore sociale, non riconducibile Solo al suo significato cristiano. Deve essere un nucleo di amore, di accoglienza, di unità, di costante dimostrazione che “io ho a cuore la tua realizzazione”. La sentite voi, questa sensazione, in Famiglia?

 

È preziosa proprio per questo.

Il porto sicuro di ogni individuo che, al di là delle difficoltà lavorative o scolastiche, sente di avere attorno a sé persone che riconoscono il suo talento, il suo valore e che lo fanno sentire amato.

 

Questa sensazione non è detto corrisponda alla famiglia che i più di noi conoscono. Alcuni l’ hanno trovata in case famiglia, in parrocchie, in associazioni, nelle più disparate situazioni in cui dalla relazione nasce il desiderio fortissimo di aiutare l’altro a realizzarsi nei suoi talenti e nella sua vita.

Per questo e per altri mille motivi, per la complessità delle implicazioni pedagogiche che si riferiscono ai diritti delle bambine e dei bambini, della donna e dell’uomo, nessuno, di qualsiasi partito sia, può permettersi di semplificare l’argomento famiglia riducendolo a un semplice scontro.

 

Non è cercando antagonisti da odiare o mortificare che si affermano i diritti.

Per questo non tollero che si trasformi in uno scontro fra tifoserie, con dichiarazioni aberranti su donna e persone omosessuali, un’occasione di discussione e confronto sulle esigenze delle famiglie, dei bimbi e dei genitori, che desiderano realizzarsi tanto come madri e padri che come lavoratori professionisti, che richiedono servizi sociali e sanitari concreti, alla portata di tutti, rispetto del valore sociale apportato nel crescere nuove generazioni, lavoro e chiarezza pensionistica, opportunità di condivisione e accompagnamento alla genitorialità.

 

La famiglia, così come altri temi cruciali come la tutela della vita o dei diritti, sono argomenti che devono essere affrontati con enorme responsabilità, avendo a cuore il bene del prossimo, spogliandosi delle vesti elettorali e partitiche, qualunque esse siano, per vestirsi della enorme serietà che i temi etici e i diritti richiedono.

Concordo quindi con quanti affermano che la famiglia la si difende permettendole una vita dignitosa.

E ciò come lo porto avanti nella mia progettualità politica?

In questi anni ho affermato come in Veneto non ci sia un reale piano per la famiglia: i fondi spesi per aprire i moltissimi nidi in famiglia o simili, a fronte di un calo demografico terribile (-25% in 10 anni) non hanno dato evidenti aiuti alle giovani coppie o a chi ha già un figlio e non riesce però economicamente a sostenere le spese di un nuovo arrivo.
Parliamo dei costi non solo dei primi anni di vita, ma pensiamo a quelle di educazione scolastica o universitaria o extrascolastica. Pensiamo alla vita delle famiglie con un componente con disabilità o addirittura non autosufficiente.
Non vi è alcunché di specifico, come programma regionale, tanto che sulle famiglie meno abbienti ricadono pesi finanziari enormi per la gestione delle rette delle case di riposo, delle cure sanitarie, delle attività scolastiche o extra scolastiche (quelle che consentono anche una crescita personalizzata, adatta a sviluppare talenti), degli studi universitari e dei costi importanti che stanno attorno a questo (trasporto per pendolari o simili). Anche solo la sopravvivenza delle biblioteche nelle aree rurali è difficile!

Progettualità e responsabilità sociale

Per rispondere a tutto questo le risorse non ci sono mai. Ci sono per le superstrade o per progetti di consumo di suolo, ma non per questo. E qui scatta l’incongruenza, perché vengono osteggiate e bloccate quelle proposte che, vista la denuncia di assenza di risorse alternative, cercano di trovare fondi nuovi, ad esempio la mia, Quella che richiede un piccolo contributo, di qualche decina di euro al mese, da parte di chi ha un cospicuo reddito.

Si chiama responsabilità sociale, necessaria per aiutare le famiglie ad investire nei propri figli!

 

I nodi da risolvere per dare centralità alla famiglia, sono molti. Cercare l’unità e non la divisione, con serenità e non con astio fazioso, è l’unico modo per rimanere coerenti.

E si sa che la coerenza, di questi tempi, dovrebbe essere davvero ricercata e desiderata.

 

Vi condivido questo articolo di Luciano Moia, inviato a Verona per Avvenire, che descrive cosa sia il Family Day oggi e molto altro: Il documento finale del Congresso delle famiglie. Ed è un “libro dei sogni”

 

 

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