Pfas – La Giunta feroce contro i cittadini attivisti, ma non con chi inquina!
Chi inquina paga? E’ la favola che racconta la maggioranza in Regione. La Giunta è feroce contro i cittadini attivisti, ma non con le imprese che hanno inquinato e mai pagato!
La holding di imprese a cui apparteneva Miteni (Weylchem della Ici Group), non molla l’osso. Ici Group vuole tornare a produrre Pfas? Affari loro, ma non sulle nostre falde! Abbiamo già dato!
Dall’inquinamento da benzotrifloruri degli anni ’70, dove nessuno dei responsabili ha mai “risarcito” dei soldi pubblici spesi per la sostituzione delle fonti per Sovizzo, Creazzo, Monteviale, fino al disastro ambientale e sanitario dei Pfas, esploso nel 2013, con milioni di euro che gravano sulle spalle ed i portafogli dei cittadini, la Lega sta giocando a “Calarsi le braghe”!
E’ sicuramente più facile spendere soldi dei Veneti per querelare i cittadini che esprimono chiaramente quelle contraddizioni, a quanto pare, temute dalla Giunta.
IciGroup è evidentemente colpevole di omissione, diretta o indiretta che sia. Colpevole di aver acquistato ad 1 euro Miteni, consapevole del peso ambientale economicamente quantificato dai 16 ai 24 milioni, e conscia di aver approfittato dell’assenza di controlli, di una storia di evidente illegalità pur di guadagnare a discapito della nostra salute.
Chi darà ora l’autorizzazione AIA a questa azienda? Chi applicherà gli atti e le leggi che impongono la protezione delle falde dalle produzioni chimiche? Sono tutte domande lecite che rilancio assieme ai dai cittadini dei territori colpiti.
I politici leghisti, oltre ad esigere un immediato investimento di risorse per la bonifica, si dimostrino dalla parte della nostra comunità: non si pieghino di fronte ad una realtà imprenditoriale che ha dilazionato i tempi delle due caratterizzazioni, promesso invano impegni per la bonifica, la tutela dei lavoratori e la riconversione, per poi infischiarsene e pensare solo al proprio sporco gioco di sopravvivenza economica.
Eppure è proprio la Giunta, che non solo ha a disposizione tutti i documenti dell’indagini del Noe che certificano come questo gruppo non abbia diritto, eticamente anzitutto, di produrre sul nostro territorio ma, soprattutto, è la stessa che ha proposto la modifica del Piano di Tutela delle Acque, atto che ha valore di legge, che afferma come nelle zone di ricarica di falda debba essere immediatamente rimosso o delocalizzato qualunque sito o fonte di pressione tale da mettere a rischio la falda e la salute dei cittadini.
Dal 2017, anno di approvazione, questo nuovo articolo, in cui credevo molto, non è mai stato applicato. L’assessore all’epoca diceva che non era di sua competenza. Parole disarmanti!
Questo atto, prezioso in questo caso, è stato proposto dalla stessa Giunta regionale, il cui ente strumentale per il controllo ambientale (Arpav) ha funzione ispettiva, tanto che i suoi tecnici sono anche ufficiali di polizia giudiziaria: chi dovrebbe applicarlo se non la nostra Regione?
Tanto più ora, con la revoca dell’autorizzazione alla produzione (AIA) e le indagini che svelano preoccupanti retroscena su controlli, denunce e omissioni, oltre alla conferma di inquinamenti recentissimi, tra il 2014 e il 2018, di cui l’amministrazione ultima di Miteni e di conseguenza anche Ici Group si è macchiata, anche per una sistemica assenza di investimenti per la sicurezza dei lavoratori, del processo produttivo.
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