Predazioni da Lupo – Gli allevatori chiedono progetti idonei!
Gli allevatori chiedono assistenza e progetti idonei per mitigare le predazioni del lupo. Il Veneto adotti soluzioni già ben collaudate in altre Regioni.
Le predazioni del lupo ormai in Veneto sono croniche da tempo e gli allevatori stanno vivendo delle condizioni svilenti: non si capisce bene perché la Regione Veneto si ostini con interventi evidentemente inutili per risolvere il problema delle predazioni da lupo, quando ormai nel resto d’Italia e all’estero vengono adottati sistemi che si sono dimostrati ampiamente efficaci.
Basta leggere i report degli esperti consultati da Emilia-Romagna, Toscana e Provincia di Trento per avere la certezza che le recinzioni tradizionali non solo non rappresentano minimamente un ostacolo per il predatore, ma anzi funzionano da trappole per i domestici, facilitando la predazione del lupo e favorendo casi di uccisioni multiple per soffocamento.
Su questo tema, ho depositato un’interrogazione chiedendo all’Assessore regionale all’Agricoltura se è sua intenzione rispondere alle esigenze avanzate dagli allevatori.
Perché allora il Veneto non cambia strategia?
E’ ciò che da tempo sto chiedendo alla Giunta leghista e lo faccio anche ora, attraverso un’interrogazione sottoscritta dai consiglieri Zanoni (PD) e Patrizia Bartelle e Piero Ruzzante, che sono parte con me del coordinamento Veneto 2020.
Da tempo sollecito l’assessorato competente a prendere consapevolezza delle tecniche di prevenzione introdotte altrove e dei progetti creati malga per malga, pascolo per pascolo, mettendo in sinergia diverse azioni e considerando le diverse esigenze anche sociali, dovute alla frequenza turistica, e alla conformazione di aree di pascolo che sono enormi, anche di 70 ettari.
Basta a soluzioni standardizzate e lontano dalle tecniche più efficaci!
Invece di continuare a proporre soluzioni standardizzate, dalla Lessinia al Cansiglio, con reti inadeguate alle esigenze, è necessario attivare progetti costruiti tenendo conto:
- della specie allevata,
- del tipo di ambiente,
- della disponibilità economica,
- della manodopera disponibile nelle varie stagioni dell’anno.
Solo così ci si prendono a cuore i malghesi e le loro mandrie o greggi, uscendo dall’imporduttivo dibattito politico su “abbattimento del lupo, sì o no”, fino ad ora utile solo a scaldare gli animi, o dalle continue promesse mai realizzate di sentinelle organizzate dalla Regione, di progetti pilota mai visti poi dagli allevatori.
Vi condivido un documento esaustivo sulle tecniche, strategie e strumenti di prevenzione agli attacchi dei lupi, con cui si può comprendere meglio che non esistono “solo” le semplici recinzioni mobili, adottate dalla nostra regione in questi anni: “Tecniche, strategie e strumenti per la prevenzione dei danni da predatori al patrimonio zootecnico”.
Parlo con molti allevatori costretti a chiedere ai Comuni di rivedere i numeri dei carichi delle malghe (su questo argomento ho chiesto alla Giunta di intervenire per prevedere flessibilità). Allevatori che non si accontentano di recintare le bestie con le inutili reti da contenimento fornite dalla Regione, solo per avere certezza dell’indennizzo dovuto in caso di predazione. Questo perché i costi che sostengono per aver allevato la vacca o la pecora sono comunque superiori e si sommano al danno morale, legato alla morte cruenta e prematura subita dai propri animali.
Ed è per loro, per la tutela della vita del loro bestiame e per la garanzia della loro attività che vogliamo sapere una volta per tutte se la Giunta ha intenzione di rispondere seriamente alle esigenze avanzate dagli allevatori, prendendo esempio dalle esperienze di altre Regioni e Province che registrano un’importante diminuzione delle predazioni da lupo, attraverso l’utilizzo di adeguate recinzioni ed in sinergia con altri sistemi di prevenzione.
Per un’ulteriore approfondimento, vi condivido anche il link al sito CanisLupus.
Non serve il recinto,prchè il branco di lupi che vivono in quella zona,devono mangiare,perciò devono predare grossi animali,tipo pecore vitelli,puledri,che possono sfamare il branco,se non riescono a predare detti animali,per qualche volta possono accontentarsi di sbranare qualche cane,ma poi attaccano essere umani,a cominciare dai bambini.Non schersateci,la facenda è seria,prima o poi qualcuno piange.
La situazione è pesante, credetemi. Dopo cinquant’anni di protezione assoluta, tutti mammiferi selvatici, cervi, camosci, caprioli, orsi, lupi, cinghiali, privati dei loro competitori, sono da tempo cresciuti in sovrannumero e continuano a far danni.
Delle specie selvatiche protette solo i Tetraonidi (gallo cedrone e gallo forcello) stentano ancora a riprodursi, vittime essi stessi dei mammiferi competitori.
Bisogna essere realisti.
Proteggere la natura significa proteggerla da chi fa danni e chi fa danni alla natura non è soltanto l’uomo: ebbene si, lo sono anche i mammiferi selvatici iperprotetti.
In Trentino in altre zone montane i cervi causano regolarmente gravi incidenti d’auto. La sola foresta di Paneveggio ne censisce seimila: un numero folle. Sono disperati, non sanno più dove metterli e censiscono puntualmente i danni alle foreste.
I cinghiali fanno danni odiosissimi all’agricoltura, sono arrivati a grufolare nella spazzatura alle porte di Roma; Sono arrivati al mare “nella riserva di punta Aderci a Vasto. Fanno danni all’agricoltura dappertutto.
I lupi, non più in aAbruzzo ma anche in Veneto hanno preso ad assaltare le greggi (Ponte nelle Alpi).
Intorno a Trento si è tornati a registrare più volte casi drammatici di aggressione all’uomo da parte di orsi impazziti diventati divi della cronaca (le ricordate: KJ2, M49 ?).
Si vuol lasciare ancora i cervi liberi di crescere? Si provi ad educarli, se se n’è capaci capaci; s’insegni loro che non si mangiano gli abetini di quattro cinque anni, che non si divora la corteccia degli alberi perché si ammalano. S’insegni ai lupi che non si assalgono le greggi ed agli orsi che non si assale l’uomo. S’insegni ai cervi che non ci si lancia a capofitto in mezzo ad una strada a scorrimento veloce quando passano le auto perché si possono fare danni gravissimi; perchè può scapparci il morto. Insegnate loro non sostare mai in prossimità d’una curva sulle strade di montagna.
Il “prelievo“, lo chiamano così…., di capi in eccedenza non è crudeltà, non è bracconaggio, è protezione dell’ambiente e tutela della sicurezza.
Protezione dell’ambiente, sia chiaro. Non dei mammiferi che si moltiplicano, poveretti, ad oltranza, a dismisura solo a causa di un nostro deprecabile frainteso…