Idroelettrico a Pedemonte: gli speculatori rubano acqua ai pesci!
Comparando la quantità di energia prodotta con l’impatto ambientale causato, capiamo quanto gli incentivi pubblici siano il vero business di chi costruisce le mini centraline idroelettriche.
Da anni mi occupo del diffuso fenomeno della diffusione delle piccole centraline idroelettriche: ne denunciavo l’assoluta inutilità nella produzione complessiva di energia green per il Veneto ed il loro impatto ambientale enorme, con torrenti intubati anche per chilometri pur di giustificare l’investimento.
Oggi vi parlo di Pedemonte e del gravissimo caso di chi, pur di far funzionare la centralina per produrre un minimo di energia, viola le norme, lasciando i pesci letteralmente fuor d’acqua.
Infatti, per rientrare l’investimento è necessario che la centralina sia in funzione e produca un po’ di energia, il minimo per garantirsi gli incentivi. Ma come si può fare nei periodi di maggiore siccità, quando le poche piogge non garantiscono acqua a sufficienza per soddisfare i calcoli del progetto?
In questi casi, per legge, il proprietario deve lasciare al torrente il deflusso minimo vitale (DMV), necessario per la tutela di fauna, flora, falda ed il corso d’acqua. Una tutela ambientale che, però, compromette la produzione della centralina e, alcuni, aggirano l’ostacolo violando la legge: rubano indegnamente l’acqua che serve a pesci, alla ricarica di falda e magari anche all’agricoltura pur di tutelare il proprio investimento.
Per questo ho sostenuto, sottoscrivendola, l’interrogazione del collega Zanoni: chiede alla Giunta: “quali interventi intende effettuare affinché nel suddetto tratto del torrente Astico sia finalmente rispettato il deflusso minimo vitale di legge.” (clicca per leggere la IRI).
Voglio che sia chiaro: sono favorevole all’idroelettrico, ma non condivido assolutamente la programmazione politica che tollera migliaia di piccole centraline, che impattano enormemente sul territorio, senza essere un vero vantaggio produttivo di energia. Piuttosto ragionerei su progetti di bacini idroelettrici visto che uno di piccole dimensioni basterebbe per produrre quanto un centinaio di mini-centraline. Purtroppo, oltre ad un iter progettuale differente, guarda a caso non ci sono gli incentivi e quindi la politica nazionale si rende complice di un sistema ormai malato di imprenditoria che di green proprio non ha nulla!
Se al sistema politico di incentivi del mini e micro idroelettrico, che consente di intubare chilometri di ruscelli e torrenti, si unisse un efficace modello sanzionatorio, forse la speculazione dei nostri territori e delle risorse naturali, beni comuni, potrebbe finalmente essere fermata.
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