Vajont – Dopo 56 anni, le carte rimangano all’Archivio di Stato di Belluno come forma di risarcimento etico
Il Consiglio regionale del Veneto ha approvato all’unanimità la mozione che impegna la Giunta “ad intervenire presso il Governo e i Parlamentari veneti al fine di pervenire, attraverso modifiche alla vigente legislazione, al mantenimento del Fondo archivio processuale del Vajont presso l’Archivio di Stato di Belluno”.
56 anni dopo la tragedia del Vajont, riteniamo che il mantenimento dell’archivio processuale presso l’attuale sede dell’Archivio di Stato a Belluno possa costituire una sorta di riconoscimento morale.
I documenti sono depositati temporaneamente a Belluno dal 2009, in seguito al terremoto dell’Aquila.
L’archivio rientra infatti nella titolarità dell’Archivio di Stato dell’Aquila, territorialmente competente in virtù dell’avvenuta celebrazione del processo di secondo grado presso la Corte di Appello dell’Aquila, e lì dovrebbe tornare considerato che allo stato attuale il deposito temporaneo nell’Archivio di Stato di Belluno non è stato formalmente rinnovato.
C’è anche una ragione pratica per cui pensiamo che l’archivio del Vajont debba restare a Belluno. Da alcuni anni è in corso la digitalizzazione di tutto il fascicolo processuale del Vajont: inviarlo nuovamente all’Aquila non potrebbe che aumentare i tempi necessari per la realizzazione del progetto. La Mozione approvata all’unanimità dal Consiglio dà un mandato forte alla Giunta regionale, affinché si faccia portavoce della nostra richiesta.
Presentata il 10 settembre dal coordinamento politico Veneto 2020, formato dai Consiglieri Piero Ruzzante (Liberi e Uguali), Patrizia Bartelle (Italia in Comune) e Cristina Guarda (Civica per il Veneto), la mozione è stata sottoscritta in Aula da tutti i Consiglieri regionali presenti e votata nell’ultima seduta consiliare.
(Dal comunicato stampa con i consiglieri Piero Ruzzante -LeU- e Patrizia Bartelle – IiC-)
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