Gioco d’azzardo – Regione piegata dalla lobby. Sarà una legge inefficace

22 Ottobre 2019
News

La poca coerenza di una legge NON retroattiva

Non sappiamo con che coraggio Giunta e maggioranza potranno ancora lamentarsi della piaga del gioco d’azzardo e delle conseguenze disastrose per tante famiglie, dopo aver perso l’occasione di fare una legge di contrasto reale all’attuale e fin troppo capillare presenza di esercizi e punti di gioco.

È una grave responsabilità, viste le ‘preoccupazioni’, dati alla mano, espresse dall’assessore Lanzarin.

 

La prevenzione viene vanificata se giovani, adulti e anziani potranno continuamente essere invitati all’azzardo fuori da scuola, dai luoghi di aggregazione o dalle case di riposo.

In Veneto abbiamo 32.500 giocatori, 3000 patologici (valore sottostimato perché in pochi si rivolgono ai servizi per le dipendenze) e una spesa media di 1.244 euro a persona: serviva un provvedimento che valesse per il presente e non solo per il futuro.

Siamo la terza regione in Italia per spesa nel gioco, ma siamo purtroppo destinati a salire in classifica, anche a causa di una totale assenza di coerenza politica della maggioranza.

 

L’esempio Piemonte, non seguito dal Veneto

La nuova legge non combatte la presenza capillare degli esercizi esistenti, come ha invece fatto il Piemonte dove il totale delle giocate è diminuito del 10%. Serviva un contrasto reale, che tenesse tutte le sale slot lontano da luoghi sensibili come scuole, ospedali, case di riposo e chiese.

Limitare soltanto le nuove aperture di esercizi legati all’azzardo, implicitamente ci chiarisce che per la Giunta leghista ritiene che l’attuale distribuzione del gioco d’azzardo non è un problema. E non basta l’aumento dell’Irap: di certo non supererà mai i vantaggi economici creati dall’azzardo.

 

I dati sui minori in Veneto

Sui dati relativi ai minori, è estremamente preoccupante il dato in crescita, quando per legge non potrebbero neanche giocare: servirà una forte campagna di informazione regionale al contrasto e all’educazione sull’uso responsabile di internet, videogames e piattaforme.

Anche se, ne siamo certi, tenere le slot lontano dalle scuole avrebbe aiutato molto a costruire una consuetudine educativa che considera impopolare il gioco d’azzardo, emarginandolo.

Sono i minori i soggetti a maggior rischio di azzardopatie. Gli emendamenti che avevamo proposto andavano proprio in quella direzione.

Conclusioni

È una piaga sociale che doveva essere combattuta efficacemente, la Regione poteva agire in piena autonomia regionale per proteggere i cittadini di oggi e quelli di domani. Ha invece preferito piegarsi alle imprese del gioco, che vivono e si arricchiscono con i risparmi dei veneti. E senza una politica dalla schiena dritta, la situazione non potrà che peggiorare.

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