Aria inquinata d’inverno. Chi è stato?
PM 10, PM 2.5, Ammoniaca etc. Livelli altissimi di inquinamento dell’aria nel periodo invernale.
Ma chi sarà stato… Noi cittadini? E ora cosa dobbiamo fare?
Di solito i politici, specialmente in Veneto, fan ricadere la colpa sempre su Auto, Stufe e Caminetti o, quando non conviene dar la colpa al cittadino comune, all’assenza di Piogge, ma… sono veramente il problema?
Non è proprio così…
Sembra interessarci solo l’emergenza invernale.
Eppure il problema delle emissioni ce l’abbiamo tutto l’anno: vengono però mitigate da diverse condizioni ambientali.
Quindi dovremmo mettere in campo proposte permanenti, non solo d’inverno, ma anche quando piove di più o quando la natura (le piante) controbilanciano l’inquinamento dell’aria, producendo ossigeno e assorbendo CO2 e polveri.
È il report LIFEprepAIR, il progetto sulla qualità dell’aria proposto dall’Emilia Romagna e a cui partecipa anche la Regione Veneto, che ci racconta con chiarezza da dove provengono le PM10, PM 2,5 e gli altri inquinanti.
Ma soprattutto, spiega bene la distinzione sul Particolato (vedi foto):
– Primario (equivale al 30% del particolato) –> è immesso direttamente in atmosfera principalmente dai riscaldamenti, ma è meno impattante.
– Secondario (equivale al 70% dell’inquinamento): deriva da altri inquinanti immessi in atmosfera che, dopo una reazione chimica, si trasformano in particolato e causano le conseguenze peggiori –> sono ossidi di azoto e ossidi di zolfo, emessi dai gas di scarico delle automobili, l’ammoniaca, derivante dal settore agricolo, o i composti organici volatili prodotti dai solventi.
Insomma, queste percentuali ci fanno capire come puntare il dito contro il riscaldamento domestico o bloccare qualche giorno all’anno le auto in città, non sono che misure emergenziali poco utili a gestire il problema inquinamento tutto l’anno.
Non potrà mai esserci un’unica soluzione: serve agire su tutti i settori, non solo vietando ai cittadini di accendere le stufe o di non usare l’auto vecchia.
Industria, trasporti merce e agricoltura, impattano molto.
Ma se l’agricoltura sta attivando molte iniziative e facendo sforzi non indifferenti nella gestione di allevamenti e fertilizzazione per ridurre l’ammoniaca, per trasporto merci e industria cosa sta facendo la politica? Nulla per ora.
E confido nel progetto LIFEprepAIR, che riporti ordine e continuità nell’azione. Non solo nel periodo invernale e senza escludere alcun settore.
Siccome però non mi piace puntare il dito senza proporre iniziative e buone prassi, vi spiego cosa possiamo fare noi possessori di Stufe a Legna o a Pellet.
Per quanto riguarda la legna sono 5 le regole d’oro.
- Utilizzare un apparecchio moderno, come quelli indicati dal Conto termico per stufe o caldaie o installare all’interno del camino una camera di combustione,
- non bruciare carta di giornale o altri materiali diversi dalla legna,
- usare solo legna asciutta e ben stagionata,
- accendere il fuoco dall’alto e con pezzi di legna più piccoli o accendi fuoco,
- effettuare la manutenzione periodica del camino e della stufa.
Se invece si usa il pellet è indispensabile che:
- sia di tipo certificato che ha un contenuto di ceneri inferiore allo 0,5%.
- sia prodotto con legno, e non con altri scarti,
- provenga da foreste gestite in base a un piano di rinnovamento sostenibile.
Va tenuto però anche conto che il Pellet richiede energia per essere prodotto e anche per viaggiare: il 70 per cento del pallet venduto in Europa, 7 milioni di tonnellate, viene prodotto negli stati Uniti.
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