Calendario venatorio – Vanno recepite le direttive Ispra
Caccia: Serve un calendario venatorio diverso che recepisca le direttive tecnico-scientifiche dell’Ispra sulla tutela della fauna selvatica
Il nuovo calendario venatorio preveda misure di tutela e salvaguardia della fauna selvatica, in particolare per le specie a rischio indicate dall’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, in vista dell’approvazione entro il prossimo 15 giugno.
Con una siccità durata quattro mesi serve un calendario totalmente diverso del passato. Ci auguriamo che a differenza degli scorsi anni, siano recepite le indicazioni tecnico-scientifiche dell’Ispra, per quanto riguarda le limitazioni relative alle specie cacciabili, ai carnieri, agli orari e ai periodi per la caccia e all’addestramento dei cani.
Già lo scorso anno, i consiglieri avevano contestato le scelte della Giunta regionale di consentire di sparare a Pavoncella e Moriglione, ‘due uccelli migratori in forte difficoltà che risultano inserite nelle liste di protezione dell’Aewa, l’Accordo euroasiatico per gli uccelli migratori e classificate come minacciate globalmente da Bird Life International’.
Come viene sottolineato nella lettera l’Ispra aveva inviato un parere con osservazioni e indicazioni che sono rimaste lettera morta. L’elenco è lungo: dal ritardo della data di apertura della caccia slittata al primo ottobre anziché a meta settembre, alla chiusura per le specie in declino al 31 dicembre e non alla fine di gennaio.
E ancora, l’esclusione dalle specie cacciabili degli uccelli migratori in costante declino, come il Combattente e la Moretta.
Ispra aveva suggerito anche limitazioni sui carnieri ben più stringenti: per il Moriglione 2 capi al giorno, e 10 per tutta la stagione venatoria, diversamente, il calendario prevedeva addirittura rispettivamente 25 quotidiani e 425 totali. Infine c’era la richiesta di ridurre le giornate infrasettimanali di caccia agli uccelli migratori a ottobre e novembre, 3 anziché 5.
“Purtroppo, finora gli interessi di una ristretta lobby venatoria hanno sempre prevalso su quelli dell’intera comunità. È però arrivato il momento di cambiare rotta, e tutelare la fauna selvatica seguendo i criteri tecnici e scientifici dell’Ispra, anziché le egoistiche pretese delle associazioni dei cacciatori. Troppe specie, soprattutto di uccelli migratori, a causa di cambiamenti climatici, consumo del suolo, pesticidi in agricoltura e bracconaggio rischiano di scomparire per sempre”.
Dal comunicato stampa dell’Intergruppo per il benessere e la tutela degli animali e la conservazione della natura Zanoni e Bigon (PD), Guarda (CpV) e Bartelle (IIC)
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