Crespadoro: troppi giochi d’acqua con l’idroelettrico

18 Dicembre 2015
Ambiente

Quando si parla di salute e ambiente i cittadini sono i primi che devono essere ascoltati. Talvolta infatti anche le buone pratiche per l’ambiente, come le energie rinnovabili, possono trasformarsi in puri interessi economici nascosti tra i facili guadagni grazie agli incentivi, travalicando i buoni intenti delle leggi. Con la conseguenza che gli abitanti di un territorio ne pagano le conseguenze.

Ringrazio tutti i cittadini per l’attenzione che mantengono sul territorio. Ringrazio soprattutto l’impegno dell’associazione CiLLSA (Cittadini per il Lavoro, la Legalità, la Salute e l’Ambiente), con Donata Albiero e Giovanni Fazio che hanno organizzato l’incontro con i residenti di Crespadoro (VI) preoccupati per «l’invasione» di progetti nel loro comune.

Dobbiamo sapere che il boom di richieste per l’installazione di centraline idroelettrichesta diventando un “nuovo business” che rischia di non tutelare né i cittadini, né l’ambiente. Le preoccupazioni e le osservazioni che vengono dal territorio dovrebbero servire alla politica per migliorarsi e non permettere gli interessi di pochi, ma purtroppo a volte amministratori locali e Regione non hanno orecchie.

Ho avuto la possibilità di ascoltare chi ha raccolto oltre 300 firme per fermare la richiesta di installazione di nuove centraline idroelettriche. I cittadini di Crespadoro sono molto preoccupati, in quanto il loro territorio ha già data molto nel campo dell’energia rinnovabile: dalla storica centrale idroelettrica del lanificio Marzotto ad altre due centraline, le quali raggiungono già interessanti obiettivi di produzione di energia elettrica.

 

Crespadoro e l’Alto Vicentino sono aree preziose, importanti dal punto di vista paesaggistico e turistico: si assiste ad un accanimento di alcune aziende per intubare ogni rivolo d’acqua. L’intenzione di realizzare in questo territorio altre cinque centraline è la goccia che fa traboccare il vaso.

La costruzione di centrali idroelettriche, anche se di piccola portata, non è ad impatto ambientale zero e le aree collinari e montane non possono essere sfruttate senza limiti. E’ necessario in questo senso riflettere anche sul fatto che alcuni amministrazioni tendono a rilasciare troppe autorizzazioni. Ed è necessario piuttosto che tutte le istituzioni, locali e regionali, si orientino in maniera lungimirante sulla strada della programmazione di progetti per la valorizzazione del territorio.

Leggi il mio comunicato stampa

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