Sit-in a Montecchio Precalcino: privatizzazione surrettizia della sanità in Veneto sulla pelle di lavoratori e famiglie fragili
Siamo di fronte a una surrettizia privatizzazione non solo della sanità, e i risultati con la recente emergenza Covid sono sotto gli occhi di tutti, ma anche dei servizi sociali verso le persone più fragili.
Per questo stamani ho deciso di essere a Montecchio Precalcino per dare il mio pieno supporto ai lavoratori e alle categorie sindacali per il rischio privatizzazione delle strutture RSA il Cardo e San Michele
Ho voluto presenziare alla protesta dei sindacati CGIL, CISL e UIL in tutela dei 120 lavoratori e degli ospiti delle residenze.
La privatizzazione delle strutture socio-sanitarie in Veneto o dei servizi pubblici, come per le portinerie, l’assistenza domiciliare o le mense negli ospedali, ha dimostrato solo l’aumento della precarizzazione, con contratti che fanno pagare il prezzo del risparmio ai lavoratori e nessuna miglioria del servizio.
A sguazzarci, invece, sono politici e tecnici che fanno dell’equilibrio di bilancio la missione delle ASL e della Regione, per poi pagare gli ospedali in milionari progetti di finanza.
La sanità e il sociale veneti vanno difesi. I medici, infermieri ed operatori vanno valorizzati, non solo a parole. Se la regione pensa di distruggere tutto questo, saranno barricate alte.
Ci sono decine di casi di scelte svantaggiose sul territorio veneto che testimoniano questo trend regionale come quello del centro di salute mentale di Schio: da un anno i cittadini della zona sono senza questo importante servizio, ma la Regione è rimasta muta e sorda agli appelli in Consiglio regionale e dal territorio. Ho presentato interrogazioni, abbiamo manifestato, ma ancora niente.
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