Zaia pensa alle piste da sci, ma non alle scuole
27 Novembre 2020
News
”Riaprite gli impianti sciistici ma non andate negli impianti turistici!”
Insomma, qual è la verità? Per il Presidente del Veneto entrambe… e la Nuova ordinanza regionale è accompagnata da dichiarazioni piuttosto discutibili:
Ieri, in risposta alle preoccupazioni e pressioni del settore sciistico, per Zaia gli impianti avrebbero dovuto riaprire.
Come se questo non cozzasse con la sua ordinanza di non frequentare luoghi turistici potenzialmente affollati.
Ma oggi, due pesi e due misure:
Il NO del presidente è secco sulla riapertura delle scuole.
Insomma puoi sciare ma non puoi andare a scuola, in risposta alle preoccupazioni e pressioni di insegnanti, dirigenti, studenti stessi, sobbarcati di gravi difficoltà relazionali, formative e organizzative, cui si aggiungono i tagli alle corse dei bus necessari per i giorni di attività in aula.
E mentre Zaia aggiunge alla raccolta un’altra ordinanza, uguale alla precedente se non per poche novità per gli esercizi commerciali, mentre i casi aumentano nonostante le scuole, mi preoccupa la leggerezza con cui parla di riaperture di impianti che non ha la autorità di riaprire, vendendo false speranze dato che è competenza nazionale, e mi preoccupa comunque come possa usare “due pesi e due misure” derubricando le criticità di un settore essenziale, quello formativo per la nostra nuova generazione, laddove lui può agire!
Perchè è vero, le scuole non si potranno aprire il 9 dicembre, ma per un semplice motivo: la sua Giunta non ha fatto assolutamente nulla per consentire la loro riapertura, zero azioni sui trasporti , zero azioni sulla gestione tracciamento e tamponi per garantire l’operatività scolastica.
Un po’ come quando d’estate ci diceva che “il virus ha perso potenza” o “non c’è più emergenza”, allentando le tensioni e favorendo il via libera, salvo additare con modi paternalistici chi tornava dalle vacanze positivo al virus.
Facciamo una cosa: pensiamo di sostenere le attività locali che possiamo aiutare con servizi in sicurezza, senza rischio affollamenti.
Siamo tutti preoccupati delle gravissime condizioni dell’economia montana e turistica: chiediamo infatti che per quelle realtà che rischiano affollamenti, vengano studiate strategie ad hoc oppure vengano sostenute economicamente con misure straordinarie.
Ma tuteliamo la nostra salute!
L’emergenza durerà a lungo e non possiamo permetterci, in particolare, di sovraccaricare ed esporre a rischi inutili quei medici, infermieri e operatori che fino a poco fa chiamavamo eroi.
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