Nuova tassonomia europea: aboliamo le cannucce di plastica, ma poi optiamo per le centrali nucleari.
Se il criterio base della tassonomia europea è quello di non provocare alcun danno ambientale, come possiamo quindi affermare che il nucleare sia sicuro, sostenibile e privo di rischi?
Questa decisione è di natura puramente politica: infatti ignora completamente l’opinione espressa a riguardo da parte del gruppo permanente di esperti costituito della stessa Commissione.
Chi sostiene il nucleare fa affidamento su presunti margini di miglioramento che non si sono ancora ottenuti nonostante decenni e decenni di studi e promesse.
Inoltre le scorie prodotte non rappresenterebbero un problema solo dal punto di vista dello stoccaggio, ma anche in termini di costi, talmente insostenibili per i privati da rendere obbligatorio l’intervento dei Governi.
Se l’obiettivo comune è la neutralità carbonica entro il 2050, la via da intraprendere è quella delle energie rinnovabili e dell’accumulo di energia.
Soprattutto in Italia, è invece possibile puntare sul rafforzamento e l’implementazione dell’economia circolare nel tessuto produttivo delle PMI (sono 25 milioni, in tutta Europa, le piccole e media imprese), sostenendole nel trasformare le sfide ambientali in opportunità, anche grazie alle fonti energetiche rinnovabili.
Inoltre il nucleare ci costringerebbe ad appoggiarci irrimediabilmente sulla Francia che, nonostante le dichiarazioni di Macron, sta dimostrando come tempi e costi dell’atomo non si concilino con gli obiettivi di decarbonizzazione.
Se a Matteo Salvini piace tanto il nucleare, ci dica se andrebbe mai a vivere a ridosso di una centrale o di un’area di stoccaggio.
Facile scaricare sul futuro gli effetti di scelte sbagliate adottate oggi per mero calcolo politico.”
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