Legge regionale sull’utilizzo delle bottiglie di plastica: la Regione fa un ulteriore passo…indietro.
Più che passo indietro si tratta, in effetti, di una vera giravolta che ci pone in controtendenza rispetto agli altri Paesi europei.
Il Consiglio regionale del Veneto approva le modifiche alla legge regionale del 2020 sulla riduzione dell’utilizzo delle bottiglie di plastica monouso attraverso la promozione della erogazione di acqua alla spina.
E’ paradossale quanto approvato dall’attuale maggioranza in Consiglio regionale. Viviamo in una Paese dalle sempre più scarse risorse idriche e sempre più coperto di plastica, ciononostante la Regione Veneto, mediante le modifiche ad un provvedimento votato all’unanimità dal precedete Consiglio, decide di contraddirsi e di favorire il consumo di acqua in bottiglia.
La legge precedentemente approvata, all’unanimità e a ridosso della campagna elettorale per le elezioni regionali, prevedeva l’obbligo di installare erogatori di acqua alla spina presso gli enti pubblici in sostituzione della vendita di bottiglie di plastica monouso. Inoltre favoriva un impegno in tal senso anche da parte degli enti regionali e sanitari entro due anni dalla approvazione dalla sua approvazione, divenuti ora cinque per volontà di questa maggioranza.
Basta passeggiare per le strade dei nostri comuni per constatare quanto la produzione e l’abbandono della plastica sia un problema, con effetti negativi anche su ciò che mangiamo visto che buona parte di questi rifiuti finisce nei fiumi o in mare, e di conseguenza anche sulle nostre tavole.
Si tratta di questioni che richiedono soluzioni urgenti con un impegno da parte di tutti.
Mentre in Europa vengono messe al bando anche le cannucce di plastica, il Veneto predilige il disimpegno. E’ evidente a tutti come la riduzione dei consumi di prodotti in plastica dipenda non solo dai consumatori, ma soprattutto dalle necessarie azioni che Governo e Regioni dovranno assumere.
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