Emergenza bostrico: dalla Giunta arrivano risposte remissive: i cittadini dovranno fare da soli?
Dalla risposta della Giunta alla mia interrogazione emerge un dubbio: la Regione verso un disimpegno nel contrasto al bostrico tipografo?
Sulla emergenza bostrico, così come sulle strategie di contrasto all’azione distruttiva del temibile parassita che sta mettendo in ginocchio i boschi delle province venete lo scorso ottobre presentai una interrogazione in Consiglio regionale per chiedere quali fossero le azioni e i risultati ottenuti dalla Regione del Veneto ai fini del contenimento del bostrico.
La risposta, pervenuta in aula a inizio marzo, elencava tutte le iniziative intraprese dalla Regione.
Ad emergere, tuttavia, è uno specifico passaggio nel quale si afferma che resta ‘tuttavia in capo all’iniziativa dei singoli proprietari e dei soggetti gestori delle superfici forestali un ruolo sostanziale per fronteggiare in modo efficace la situazione straordinaria che grava sulle foreste del Veneto’.
Poche righe che rivelano il rischio incombente.
La Regione non può limitarsi alla stesura di linee guida e a commissionare una ricerca, perché il suo compito, in un’emergenza di tale portata, è quello di coordinare l’applicazione di queste linee guida e di adottare misure di prevenzione per proteggere i boschi non ancora colpiti.
Come si pensa possano farlo in modo sconnesso privati e comuni, senza un coordinamento?
La risposta entra in conflitto con quanto votato in consiglio regionale grazie a un nostro ordine del giorno.
Un eventuale disimpegno metterebbe a repentaglio quanto ottenuto attraverso gli interventi di difesa fitosanitaria. In quasi 4 anni dalla tempesta Vaia, la nostra Regione ha commissionato studi e definito linee guida in risposta all’emergenza scaturita dalle catastrofiche pullulazioni di questo coleottero che tuttavia sono rimaste in parte disattese!
Se è vero che il Veneto è sicuramente intervenuto con alcune risorse e azioni utili, queste sono sicuramente migliorabili, come nel caso delle trappole distribuite ai margini delle aree schiantate che nella nostra regione risultano essere meno della metà di quelle posizionate nel solo Trentino.
Insomma, il ruolo dell’ente regionale non è da considerarsi esaurito. I privati, così come gli amministratori, si attendono che la Regione mantenga un ruolo di coordinamento e di regia nella strategia da adottare per la ricostituzione dei boschi degradati e nella loro difesa fitosanitaria.
La gestione dei boschi e delle foreste è di competenza regionale e una emergenza di tale portata non si risolve in assenza di impegno diretto da parte della Giunta.
Auspico che non vi sia alcun passo indietro, altrimenti l’emergenza rischia di trasformarsi in catastrofe, anche alla luce dei rischi che l’incremento delle temperature causato dal cambiamento climatico e l’attuale carenza di precipitazioni comportano.
Questo impegno diretto rappresenta, oltretutto, una opportunità per la Regione, poiché le consentirebbe di apprendere il know how utile nel contrastare nuove emergenze fitosanitarie causate da altre specie in grado di servirsi di stress ambientali o di eventi calamitosi.
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