Packaging compostabile: un esempio positivo dal Vicentino, ma resta la mancanza di adeguamento degli impianti a livello regionale”.
Sono sempre più i prodotti che potremmo destinare al compostaggio, ma dal punto di vista dell’adeguamento degli impianti il Veneto è ancora indietro.
Mentre nell’Alto Vicentino, grazie all’accordo Anci-Biorepack, potranno essere conferiti nell’umido i rifiuti di imballaggi in plastica biodegradabile e compostabili la situazione è sempre più a macchia di leopardo in Veneto.
Accolgo con favore la notizia dell’accordo tra Anci e il consorzio del settore, questo sicuramente favorirà i cittadini e consentirà un risparmio per la comunità. Tuttavia dispiace constatare che, nonostante le sollecitazioni, la gestione dei rifiuti patisce una certa disomogeneità in Veneto.
Già nell’ottobre 2019 interrogai la Giunta regionale sulla necessità di una mappatura degli impianti veneti responsabili del trattamento dei rifiuti biodegradabili che necessitavano di un adeguamento impiantistico, al fine di smaltire correttamente i nuovi materiali biodegradabili.
Questo dopo le dichiarazioni del presidente dell’Alto Vicentino Ambiente, secondo il quale stoviglie e imballaggi biodegradabili finivano necessariamente nell’inceneritore o in discarica.
Oggi, come allora, assistiamo a una sorta di discrasia tra la diligenza dei cittadini nel rispettare l’ambiente e le disposizioni regionali in materia, oltre all’impegno di molte aziende nella riduzione degli imballaggi, e la mancanza di impianti adeguati in Veneto.
Registriamo una forte carenza di progettazioni di ammodernamento degli impianti per la bio-digestione prolungata come richiesto dai mercati e dalle nuove bioplastiche, ad esempio i sacchetti utilizzati per frutta e verdura, i piatti, bicchieri e posate in uso per eventi e picnic.
A due anni di distanza mi rivolgo nuovamente alla Giunta regionale affinché i cittadini siano informati sullo stato delle cose nella nostra regione. Qual è la reale situazione degli impianti in Veneto?
Serve un’azione dall’alto perché i prodotti riciclabili non finiscano negli inceneritori, come quelli di Schio e Padova, incrementando così le emissioni in atmosfera.
E’ una questione che riguarda tutti e non solo l’Altovicentino.
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