Lotta alla canapa: vittime del proibizionismo anche in Veneto.
Il proibizionismo bieco è figlio di altri tempi e condanna alla sofferenza molti pazienti anche nella nostra regione. Infatti, in Veneto sono aumentate negli ultimi anni le prescrizioni di prodotti a base di cannabis a scopo terapeutico.
Nel 2019 sono state 1.621, quasi 500 in più rispetto alle 1.124 del 2018, il 49,5 per cento in più rispetto alle 1.094 del 2017.
Tanto che anche la Giunta regionale, in risposta a un atto ispettivo, confermava la difficoltà di reperimento.
Di questi aspetti si era occupato anche il Consiglio regionale, approvando una legge che prevede il ricorso a questo tipo di farmaci da parte di persone affette da grave spasticità, sclerosi multipla, lesioni midollari, dolore cronico e per pazienti oncologici.
Nonostante la scienza e la medicina ne riconoscano gli importanti effetti nella terapia del dolore, in Italia la cannabis per usi terapeutici è difficilissima da reperire, e quando c’è si devono affrontare costi proibitivi.
Infatti, sia la produzione nazionale di coltivata a scopo terapeutico che le importazioni dall’estero sono limitate da regole e quote molto rigide, che impediscono di soddisfare le esigenze dei malati.
Sono pochissime quindi le farmacie che mettono in vendita questi medicinali.
Questi sono gli effetti di un proibizionismo che, con la scusa del contrasto alle organizzazioni mafiose, le quali invece risultano avvantaggiate dal monopolio del mercato nero e dall’assenza di una seria regolamentazione statale, in realtà vende fumo negli occhi degli italiani, alimenta pregiudizi sulla canapa basati su false informazioni e peggiora le condizioni di vita di malati cronici e terminali, che non ricorrono certamente alla cannabis a scopo ricreativo.
Ma a far sorridere amaramente è la notizia secondo cui, al recente convegno organizzato dal Governo sul contrasto alle traffico illecito di stupefacenti, al banco dei relatori sedevano, tra gli altri, anche due ‘esperti americani’, che, nella scarsa consapevolezza dei temi da parte di questo Governo, sono anche due lobbisti di una società finanziata da una famosa casa farmaceutica che produce il Fentanyl, famoso medicinale oppiaceo più letale dell’eroina che negli Stati Uniti sta creando vittime al ritmo di una ogni sette minuti.
La politica dello sparare a zero sulla canapa senza cognizione di causa, adottata da questo Governo, non solo non attenua il traffico illecito, ma soprattutto condanna alla sofferenza i moltissimi pazienti della nostra regione.
Forse i colleghi di maggioranza in Consiglio regionale farebbero bene riferire al loro Governo a Roma che, tra il 2015 e il 2019, in Veneto le prescrizioni di farmaci derivanti dalla canapa sono decuplicate.
Così, forse, potremmo evitarci la politica antiscientifica di questo Governo, che criminalizza una sostanza il cui consumo in Italia è da lungo tempo normalizzato.
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