Canapa con CBD non è una droga: il decreto basato su falso scientifico danneggia chi lo usa per stare meglio
Il decreto dello scorso agosto punisce chi vende e utilizza CBD estratto dalla canapa per fare del bene al proprio corpo, grazie alla sua funzione naturale miorilassante, analgesica e antinfiammatoria.
Il CBD NON è un medicinale e non è fatto con droghe.
L’azione punitiva di questo Governo, su basi antiscientifiche, rischia di stoppare l’intera filiera con un grave danno per pazienti ed economia.
Chi opera nell’illegalità può solo che ringraziare questo genere di scelte.
Per questo ho presentato una interrogazione in Consiglio regionale: chiedo alla Giunta, in passato promotrice di un progetto di valorizzazione della filiera della canapa, se intenda interloquire con il Governo al fine di correggere l’enorme errore fatto limitando la vendita di composizioni per somministrazione ad uso orale di cannabidiolo (cbd) ottenuto da estratti di canapa.
Si tratta di una decisione di natura meramente politica fondata sul desiderio di far regredire i passi in avanti fatti per far scoprire il CBD e le sue proprietà antinfiammatorie, analgesiche, lenitive, rilassanti, ansiolitiche, protettive, e per questo è un perfetto coadiuvante nella prevenzione degli abusi farmacologici.
I controlli in atto della GdF nei negozi e nei laboratori in queste settimane, con il sequestro di prodotti riconosciuti fino a pochi mesi prima e commercializzati liberamente in tutta l’Europa, sono la conseguenza di decisioni dal sapore fortemente ideologico e in contrasto con quanto sostiene la scienza.
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