Schiumate Bacchiglione: finalmente Regione ammette presenza di inquinanti.
A quasi due anni dal primo grave episodio, emerge la responsabilità antropica nelle ondate di schiuma maleodorante che ha invaso il Bacchiglione a Vicenza, e della concomitante moria di pesci.
La Giunta regionale ha risposto alla mia ultima interrogazione scritta confermando, finalmente, quanto io e molti cittadini, pescatori in primis, abbiamo segnalato per anni.
Sulla questione ho presentato diversi atti ispettivi in Consiglio regionale, ma in precedenza la questione veniva liquidata come sporadica conseguenza della crisi idrica di quel periodo.
Ora, grazie allo studio del monitoraggio effettuato da ARPAV nel corso dei mesi, si riconosce la presenza di tensioattivi in varie forme e concentrazioni, che possono essere considerate responsabili della presenza di schiuma nelle acque del Bacchiglione.
Inoltre, dallo studio della connessione tra intensità delle precipitazioni temporalesche e della presenza di ammoniaca e sostanze organiche, è emerso come l’origine di queste sostanze derivi da scarichi di reflui civili.
In presenza di determinati fenomeni di precipitazione, il fiume non risulterebbe capace di recepire questi scarichi, finendo sotto evidente stress.
Però ora non possiamo limitarci a constatare l’ammissione di responsabilità umane.
Ma soprattutto, non possiamo accettare il tentativo di sviare l’attenzione sullo stato di salute del fiume a causa dei fenomeni siccitosi.
All’epoca fu segnalata la presenza di un tubo rotto da cui uscivano dei reflui e, inoltre, è noto come a monte vi sia il depuratore di sant’Agostino, sottodimensionato rispetto al fabbisogno dell’area servita.
I ritardi nell’adottare soluzioni adeguate a questo problema strutturale sono stati gravi, e non possono essere ignorati.
I nostri fiumi non sono meno importanti delle strade.
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