Bene impianto anti Pfas a Montagnana, ma adesso occorre accelerare e garantire acqua pulita al resto dei cittadini e agli agricoltori.
Da oggi i cittadini del comune di Montagnana, in provincia di Padova, avranno acceso ad acqua sicura perché priva di Pfas: una sicurezza che va al più presto garantita anche ai cittadini delle zone rossa e arancio del Veneto.
Non dimentichiamo, tuttavia, che l’opera realizzata avrebbe dovuto vedere la luce nel 2020, secondo il piano definito nel 2018 con delibera regionale, e che questo risultato si è finalmente concretizzato grazie allo stanziamento di fondi nazionali, dopo i tanti no alla richiesta di fondi urgenti regionali almeno per la progettazione degli interventi.
Ora che l’attenzione sui Pfas è finalmente condivisa senza minimizzazioni da parte di alcun partito, viste le conferme sulla cangerogenicità di tali sostanze è tempo di muoversi celermente intervenendo anche sugli aspetti non ancora affrontati.
Da anni la mia battaglia sul tema dei Pfas è condotta su più fronti; uno di questi, assieme all’accertamento della verità sull’inquinamento ambientale più esteso d’Europa e alla prevenzione sanitaria indirizzata alle donne in età fertile e ai nascituri, è quello della garanzia di acqua sicura a cittadini e agricoltori: per questo, pur gioendo per un risultato raggiunto dopo 11 anni di lotte, dico che bisogna fare di più, facendo sì che la medesima sicurezza cui oggi possono contare i cittadini di Montagnana possa raggiunge anche gli agricoltori e quelle famiglie che, ancora oggi, non sono collegate all’acquedotto, abbandonate a fronte di costi di allacciamento spesso inaffrontabili per i singoli cittadini, costi che solo un intervento pubblico è in grado di sostenere.
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