Mobilità: la SPV prosciuga i Veneti mentre affonda il trasporto ferroviario.
Potremmo ribattezzare la SPV in Strada Preferenziale per i Veneti.
Si esalta un incremento del 75% dei flussi, ma si omette il dato vero: per coprire i costi di questa opera bisognerebbe che ogni cittadino veneto la percorresse una volta al mese.
Tra Giochi olimpici invernali e SPV, i salassi a carico dei cittadini in Veneto non mancano.
Nel frattempo, nella Regione che detiene record nella percentuale di consumo di suolo, si voltano le spalle allo sviluppo di un sistema di trasporti che favorisca i cittadini sul piano economico, ambientale e nei tempi di percorrenza.
Mi riferisco in particolar modo alla rete ferroviaria veneta. Ieri si è tenuta l’inaugurazione del casello SPV di Montecchio Maggiore (Vi), un importante comune che da dieci anni attende risposta sulla stazione ferroviaria. C
ostante è il depotenziamento delle linee locali. Infatti, è sufficiente prendere in considerazione quanto si ripete ormai da dieci anni nel vicino Comune di Lonigo per cogliere l’indisponibilità da parte di RFI e Trenitalia a valorizzare le stazioni intermedie.
Allo stesso modo, la Giunta regionale non fa nulla per favorire realmente i pendolari alleggerendo il traffico su gomma.
Un esempio chiaro di questo sistema appare l’interruzione del servizio dei treni regionali tra Vicenza e Verona previsto per il mese di agosto, con poca chiarezza sulla qualità del servizio sostitutivo, nonostante l’esperienza dello scorso anno della linea tra Verona e San Bonifacio, dove si sono visti pendolari e turisti lasciati a piedi per carenza di bus sostitutivi.
Sembra quasi che ai Veneti non resti che rassegnarsi a dover utilizzare la SPV e l’autostrada anche solo per andare a fare la spesa.
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