Autonomia sì, ma non così
La Corte costituzionale ha sbriciolato il ddl Calderoli sull’autonomia. Zaia può fare il finto tonto, ma il comunicato stampa diffuso ieri è molto chiaro e smonta l’impianto della norma, individuando ben sette profili di illegittimità.
Il messaggio della Corte
Il messaggio è semplice: il principio leghista del “diritto alla secessione” non esiste e non è mai esistito nella nostra Carta costituzionale. Non ci sono regioni “virtuose”, come sostiene Zaia, che meritano l’autonomia.
L’autonomia secondo la Costituzione
L’autonomia non può essere intesa come un “riparto di potere tra i diversi segmenti del sistema politico”, ma deve consistere nella distribuzione di funzioni legislative e amministrative con l’obiettivo “del bene comune della società” e “della tutela dei diritti garantiti dalla nostra Costituzione”.
Il ruolo del Parlamento
Le parole della Consulta sono importanti perché smentiscono la visione di regioni in concorrenza tra loro per “meritarsi” l’autonomia e riportano al centro il ruolo del Parlamento, che potrà emendare le intese e avrà l’ultima parola sui LEP: non è un “prendere o lasciare”.
La pretesa delle 23 materie
La pretesa zaiana delle 23 materie non esiste. È incostituzionale il trasferimento in blocco di “materie o ambiti di materie”, che scardinerebbero l’equilibrio solidale. La devoluzione può riguardare solo “specifiche funzioni legislative e amministrative”. L’autonomia non va interpretata come una frammentazione di poteri, ma come l’esercizio decentrato di specifiche funzioni. La prospettiva del Ddl Calderoli è completamente ribaltata!
Il coinvolgimento degli enti locali
Alla distribuzione delle funzioni devono partecipare tutti i livelli territoriali di governo, non solo le regioni, ma anche gli enti locali. Occorre restituire voce e dignità al livello più vicino ai cittadini, quelle comunità locali che il neo-centralismo regionale di matrice leghista cerca di mettere ai margini. Chi meglio di chi vive in un territorio se ne può prendere cura?
Ripartire dai cittadini
Bisognerebbe ripartire dai cittadini, dando loro la parola. C’è un referendum sostenuto da 1 milione e 300 mila firme che spero non venga cancellato dalla sentenza della Corte.
Il ruolo delle comunità locali
Va riconosciuto il ruolo attivo delle comunità locali. La strada ce la può indicare la strategia europea dei fondi di coesione, pensati per valorizzare ciascun territorio in un progetto di solidarietà e coesione tra regioni e stati membri. Tutto il contrario dell’autonomia disgregativa e del neo-centralismo regionale leghista, che ieri ha subito una sonora bocciatura.
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