Cozze, vongole e Pfas: aggiornamenti.

3 Settembre 2018
Ambiente

Qui potete leggere l’interrogazione presentata con Andrea Zanoni e Graziano Azzalin il 19 giugno 2018:

IRI 599 – Vongole contaminate da PFOAPFAS la Giunta regionale intende effettuare controlli e monitoraggi, colmando le evidenti lacune

E qui sotto la relativa risposta della Giunta, ricevuta in Consiglio regionale il 28 agosto:

Risposta all’IRI 599 

Qui, invece,  potete scaricare l’ultimo aggiornamento di ARPAV sul monitoraggio PFAS (da pagina 15 a pagina 17) e leggere i dati sulle analisi del biota (cozze e mitili) e dei sedimenti costieri.

 

A giugno siamo venuti a conoscenza delle analisi svolte dall’Università di Milano in merito alla presenza di PFAS in vongole e cozze provenienti dell’Adriatico.
I risultati di questo studio ci hanno allarmati e per questo abbiamo chiesto alla Regione consapevolezza sui controlli e i monitoraggi sui molluschi dei nostri mari.

La risposta ci ha sorpreso: dalle analisi fatte da Arpav, con la tecnologia che utilizzano sia per il biota (mollusco) che per i sedimenti, il risultato è che sia nelle acque che nei molluschi analizzati, i valori sono risultati sempre inferiori ai limiti di quantificazione analitica (LOQ). Cosa significa? PFAS non rilevabili.

Ma che metodi di quantificazione sono stati utilizzati?
Sono andata a verificare sul sito ARPAV il report di queste analisi per capirne di più: i limiti di quantificazione analitica di riferimento sono 0,1 ng/kg per tutti i pfas a ogni kg di matrice biota (molluschi). Il PFBA ha un limite di quantificazione 0,5 ng/kg di biota.
Vedremo di approfondire questo documento perché questi limiti, rispetto alla metodologia utilizzata per le acque, mi sembrano alti.

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