Se ritorna la leva, scompare il servizio civile. E i giovani chi li ha sentiti?

4 Settembre 2018
News

Non è con la leva militare obbligatoria, cancellando il servizio civile e l’obiezione di coscienza, che si colmano i vuoti educativi. È un provvedimento di pura propaganda che lancia un messaggio, chiaro e negativo, ai giovani: scegliamo noi della vostra vita senza neanche interpellarvi.

Queste sono le mie prime parole nell’intervento in aula al dibattito sul Progetto di legge statale sul servizio militare obbligatorio. Ho sottolineato soprattutto l’assenza di consultazioni con associazioni e gruppi giovanili veneti: la classica proposta dall’alto!

 

Inoltro, lo ritengo un testo inadeguato ai tempi e ridicolo per le risorse economiche stanziate (qualche milione), che rispecchia però al meglio l’immagine di una politica chiusa ad ogni dialogo e vanifica il senso di un’istituzione pubblica che garantisca il diritto dei cittadini di essere realmente rappresentati e rispettati.

Pensare che otto mesi di naja con i controlli mattutini, le coperte piegate con la squadra, o i servizi di vedetta facciano la differenza per la vita dei giovani e dell’Italia, dimostra l’ignoranza di questa maggioranza per quanto riguarda la formazione e l’educazione, oltre ad una visione distorta sul valore di noi nuove generazioni che mortifica i nostri sforzi nel costruire il nostro futuro con dignità, servendo con solidarietà e responsabilità la nostra comunità.

 

La dotazione finanziaria per ristabilire la leva ammonterebbe a 15 miliardi di euro l’anno, secondo le prime fonti giornalistiche, soldi che potrebbero essere spesi invece per le nostre forze dell’ordine o per garantire un equo diritto allo studio a ogni livello, o meglio ancora per quel servizio civile volontario di cui moltissimi giovani fanno richiesta e per mancanza di fondi, 400 milioni per l’esattezza, sono esclusi. Un servizio quello sì utile alla comunità, poiché è meglio saper imbracciare un badile in caso di emergenza, saper assistere un malato, educare un bambino piuttosto che imbracciare il fucile facendo finta di giocare alla guerra.

 

È poi politicamente serio prevedere l’obbligo di naja quando poi, in tema di protezione della salute umana e sicurezza sanitaria, si vogliono rendere i vaccini facoltativi? O forse si pensa di contrastare l’aumento di casi di pertosse e morbillo costringendo alla leva e, quindi, alle conseguenti vaccinazioni obbligatorie che si fanno sotto militare?

Insomma non c’è un buon motivo per portare avanti questo provvedimento, si smetta di fare propaganda per iniziare ad ascoltare i diretti interessati, chiedendo prima ai nostri giovani.

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