Femminicidio a Lonigo: escalation che esige interventi fermi e progetti concreti
Come politici non possiamo che accogliere l’urlo di dolore che la comunità esprime di fronte a omicidi simili, ma senza rimanere inerti di fronte all’ennesima tragedia. I femminicidi sono una vera emergenza e vanno affrontati come tali, con un’azione a 360 gradi.
Dopo il caso Pfas, purtroppo i riflettori sulla mia città, Lonigo, si accendono per un altro episodio negativo e sconvolgente. Non è sufficiente esprimere a posteriori il cordoglio, occorre agire soprattutto sulla prevenzione facendo un lavoro culturale.
Devono essere garantite adeguate risorse e rafforzate tutte quelle realtà che operano al servizio delle donne vittime di violenza, specialmente per quanto riguarda l’aspetto legale. La maggior parte degli episodi avviene all’interno delle mura domestiche o in un ambito familiare, per cui è complicato per le vittime denunciare: esiste una violenza sommersa che non riusciamo ancora a raggiungere e superare.
Compito delle istituzioni è sostenere le realtà che possono aiutare le donne vittime e garantirne il radicamento territoriale. Ma il lavoro di prevenzione va fatto anche nei confronti degli uomini, con un’attività di sostegno già sperimentato per fronteggiare le difficoltà psicologiche in caso di abbandono o separazione.
Chiederò alla Regione di monitorare e andare a verificare le esigenze espresse dai Centri antiviolenza e da tutte le associazioni che si occupano di questa drammatica emergenza. Ma non solo. Mi auguro che il Veneto faccia da apripista, indossando una virtuale maglia rosa, spronando la politica nazionale a un intervento legislativo serio ed efficace.
È assurdo che persone certificate come violente, siano condannate semplicemente agli arresti domiciliari con le conseguenze che purtroppo abbiamo visto anche oggi.
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