Dalle audizioni sulla Pedemontana Veneta: alcune riflessioni.
La Pedemontana veneta, tra devastazione del territorio, dell’ambiente e dell’agricoltura.
A partire dalle sue dichiarazioni, ecco alcuni spunti di riflessione utili a conoscere ciò che peserà su noi, per i prossimi decenni come un macigno, come per i lombardi la BreBeMi:
- sui Pedaggi alla Regione: Corsini dice che la rivoluzione dell’accordo del 2017, che istituisce il canone di disponibilità a vantaggio del privato (entrate certe per 39 anni a fronte di 1 miliardo di spesa) e introduce pedaggi per tutti, incassati direttamente dalla regione (ciò corrisponde al “rischio di impresa” dell’investimento per la costruzione dell’opera).
Questa modifica ha convinto gli azionisti internazionali di “investire” e sostenere il concessionario con l’emissione di bond. Ciò ha salvato il Consorzio SIS, concessionario, dal rischio di fallimento della costruzione dell’opera, perchè non ha garantito i soldi.
- sul deficit finanziario a carico della Regione Veneto, che paga “Pantalone”: la regione inizierà nel 2020 con un deficit di 15 milioni che andrà teoricamente a ridursi nel 2030 circa, per poi andare in attivo. Come potrebbe accadere? Perché il costo dei pedaggi aumenterà OGNI ANNO.
Ciò non è stato dichiarato in commissione, naturalmente, ma è già pianificato nel PEF (piano economico finanziario). Insomma, se nel 2020 percorrere 94 km costerà 16 euro ad un’auto e 28 ad un camion, tra dieci anni sarà improponibile e andare da Montecchio a Treviso attraverso la A4 e la E27 costerà sempre la metà! Questo è un dato di fatto!
- Sugli studi del traffico. Aggiungerei che questo deficit, pagato con le nostre tasse “regionali” ed i pedaggi, si risolverà solo “SE” i flussi saranno quelli stimati, cioè 27 mila veicoli al giorno! Ma ricordate il motivo per cui Cassa Depositi e Presti e la BEI, dichiararono “Non Remunerabile” l’opera, cioè un investimento fallimentare? Per via degli studi sui flussi di traffico!
– studio del 2006, che prevedeva 33mila veicoli al giorno (studio contestato perchè “gonfiato”)
– studio di Cassa Depositi e Prestiti e della BEI che ne prevedono tra 15 e 17 mila veicoli al giorno.
Corsini ci dice che la Regione non ha mai fatto uno studio sui flussi, nemmeno nel 2017: li ha collegati alle tariffe senza mai calcolarli su dati reali (pare che la Lega non voglia conoscere il suo territorio, ma solo le lobby!). Corsini spiega che la Regione individua 27 mila veicoli al giorno, con l’abbassamento delle tariffe, che rimangono comunque proibitive e che vengono diminuite solo perchè si allargano i veicoli sottoposti al pedaggio ai Residenti!
Ci rendiamo conto in che circolo vizioso ci troviamo? Il privato ne esce indenne a prescindere, il pubblico rischia il Default.
Dovrebbero chiarire quanto costa costruire un’opera interrata in una zona di ricarica di falda, dove l’acqua arriva a pochi metri dal piano campagna, dal suolo!
Si poteva fare un progetto per una superstrada più contenuta e meno invasiva sul territorio? Si poteva rivederla? Certo, se non si fossero chiusi gli occhi di fronte alle proposte dei territori e poi davanti al metodo di costruzione a singhiozzo scelto da SIS, che apriva microcantieri su microcantieri, distanti chilometri l’uno dall’altro, senza costruire pezzo dopo pezzo, così da rendere inmodificabile il maxi-progetto approvato.
Non basta tutto questo a convincere dell’urgenza di una revisione decisa della concessione Pedemontana Veneta, che la Lega vuole proporre come “modello nazionale”?
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