Una legge per l’Artigianato Veneto: un nostro patrimonio.
La nuova Legge sull’Artigianato: 20 milioni per gli investimenti, per sostenere un patrimonio del Veneto”
Oggi, 2 ottobre, approdiamo alla conclusione di un percorso partecipato, portando a casa un ottimo risultato. Mi auguro che questa prassi di collaborazione venga sempre scelta e rispettata.
Infatti oggi abbiamo approvato il PdL 302 ‘Norme per la tutela, lo sviluppo e la promozione dell’artigianato veneto’, di cui era correlatrice.
Gli artigiani, con il loro prezioso bagaglio di competenza, conoscenza e intraprendenza, hanno chiesto responsabilmente di creare concrete sinergie con la Regione e superare una normativa ormai divenuta ‘recinto’ inadeguato. Siamo arrivati coesi all’approvazione di questo progetto di legge che propone obiettivi lungimiranti.
È però solo il primo passo: crediamo infatti nei buoni propositi scritti in questa legge e quindi monitoreremo con attenzione il dispiegarsi delle prossime politiche per l’artigianato che saranno pianificate dalla Giunta.
I 20 milioni stanziati potranno essere davvero utili specialmente se sapranno valorizzare con coerenza le aziende che investono, creando un concreto valore aggiunto e non saranno contributi a pioggia utili solo ai fini elettorali. Grazie all’approvazione di un mio emendamento, comunque, è stata introdotta una ‘clausola valutativa’ che permetterà di verificare, ogni due anni, la reale attuazione della legge. Inoltre, con un altro emendamento, abbiamo predisposto dei controlli annuali per la verifica del mantenimento dei requisiti delle aziende, per essere considerate artigiane.
Mi auguro che questo percorso sia di esempio e che ci sia finalmente una giusta sincronizzazione tra la politica e le esigenze dei piccoli imprenditori, senza fermarsi agli aspetti procedurali ma costruendo strategie pluriennali, le stesse richieste da molti settori e purtroppo ancora rimaste senza risposte come per quello agricolo.
Internazionalizzazione, digitalizzazione, sburocratizzazione, un progetto regionale di Industria 4.0, magari, ma non solo. Penso a una formazione utile anche ad educare all’investimento e all’innovazione o, ancora, progetti per la lotta alla cronica mancanza di lavoratori specializzati, visto che il potenziale di capacità di assunzione è enorme per le imprese del Veneto. Solo a settembre il fabbisogno di lavoratori era pari a 40.280 persone, ma il tasso d’entrata previsto era appena del 3,3% quindi 1329 sarebbero potute essere realmente assunte, a causa della difficoltà di reperimento delle professionalità e del costo del lavoro.
Credo sia quindi necessario porre attenzione a percorsi formativi e di orientamento scolastico adeguati, avendo ben presente della “corsa contro il tempo” degli imprenditori per assumere studenti dei centri per la formazione professionale o che gli Istituti tecnici superiori del Veneto registrano una ‘resa’ fino al 99%”.
Qui la mia intervista rilasciata dopo il voto in aula:
Una legge per il nostro patrimonio: gli artigiani veneti
Mercoledì 32.10.2018Tema: Approvata la Legge sull'Artigianato del Veneto – Ecco le mie considerazioni da correlatrice della propostaDestinazione: VeneziaGli artigiani, con il loro prezioso bagaglio di competenza, conoscenza e intraprendenza, hanno chiesto responsabilmente di creare concrete sinergie con la Regione e superare una normativa ormai divenuta ‘recinto’ inadeguato.A distanza di 30 anni, siamo giunti ad una nuova "Legge sull'Artigianato", di cui sono stata fieramente correlatrice e a cui ho apportato delle piccole innovazioni, tra la quali i controlli annuali per la verifica del rispetto dei requisiti e delle azioni intraprese dalla giunta regionale.Ve ne parlo nel video-intervista.Qui invece un piccolo approfondimento nel mio comunicato ➡️ https://bit.ly/2xUYiI2
Pubblicato da Cristina Guarda – Consigliere Regione Veneto su Mercoledì 3 ottobre 2018
Prossimamente vi condividerò il documento definitivo della proposta di legge, comprensiva delle modifiche avvenute con gli emendamenti approvati in aula.
Intanto vi condivido il link alla legge, così come entrata in aula, Proposta di Legge302 ‘Norme per la tutela, lo sviluppo e la promozione dell’artigianato veneto’, (il testo licenziato da commissione)
Qui invece, vorrei condividervi la mia relazione in aula, un po’ lunga, ma credo … interessante!
“Guardate, colleghi, sono 1.450 le imprese artigiane in meno ogni anno e in questi ultimi tre anni sono state nel nostro territorio 4.300 in totale le imprese che hanno chiuso i battenti, che non sono più conteggiate all’interno del numero totale delle imprese artigiane del Veneto. Eppure le piccole imprese venete hanno un potenziale enorme, pensate che sono più di 76.000 i potenziali lavoratori che potrebbero essere assunti solo nel trimestre da settembre a novembre di quest’anno, 76.000!
Quello che il Veneto accoglie nel proprio territorio è un prezioso concentrato di intraprendenza, di conoscenza ed opportunità, ed era quindi necessaria la modifica della legge che regola l’artigianato veneto dal 1987, una modifica che se per competenza non può rispondere all’ostacolo della classificazione artigiana per dimensione e non per qualità, o mission produttiva, incide positivamente in quello che per me e per noi è responsabilità politica centrale, un coordinamento con le realtà imprenditoriali per pianificare con consapevolezza le azioni che l’Amministrazione regionale può mettere in campo, con consapevolezza, certo, perché solo con un’attenta e sinergica identificazione degli obiettivi a breve-medio e lungo termine delle aziende artigiane venete è possibile tracciare coscientemente strumenti di sostegno e valorizzazione degli investimenti con le risorse pubbliche.
Accogliamo quindi positivamente il lavoro condotto dalla Direzione Artigianato di questa Regione e dal suo Assessorato, assieme alle categorie in rappresentanza dell’artigianato Veneto, che hanno consentito un upgrade della normativa significativo ed importante, formalizzando in legge obiettivi lungimiranti, volti a sostegno dell’artigianato storico artistico e tradizionale, che se valorizzato adeguatamente potrà divenire sempre più strumento prezioso nel creare sinergie con la realtà turistica locale e quindi ad arricchire i veneti non soltanto economicamente, quindi con opportunità economiche, ma anche culturali e di promozione.
Vogliamo insieme riconoscere quello che, se ben valorizzato e strutturato in fase di applicazione della legge, potrà essere il beneficio apportato nel riconoscere il valore dei maestri artigiani. Non si tratta del riconoscimento della sola competenza acquisita nell’esercitare la propria professione e quindi della volontà di metterla in rete, condividendola con le nuove generazioni di artigiani, ma nel parlare di maestri artigiani parliamo dell’opportunità di guardare all’artigiano con occhi nuovi anche in politica.
Un maestro artigiano è un esponente della società che per vocazione si prende cura dell’educazione della comunità in cui vive e con cui entra in contatto, è colui che nello svolgere il proprio lavoro non soltanto forma le prossime generazioni ma istruisce ed arricchisce il cliente e lo stakeholder con cui si relaziona, è un educatore l’artigiano, quindi, capace di guidare il prossimo nella conoscenza di nuovi bisogni.
Mi piace riportare una definizione che mi è stata condivisa e che mi ha davvero affascinato: l’artigiano come sviluppatore di nuovi bisogni, che si prende a cuore cioè la necessità di rendere consapevole il cittadino delle opportunità che l’innovazione ci dà attraverso la relazione che instaura nel raccontare, nel progettare, nell’innovare e vendere il proprio prodotto o servizio, come per esempio fa un elettricista nell’informarci delle occasioni dell’innovazione green utile alla ristrutturazione della nostra abitazione ad esempio ed è proprio per questo anzi è proprio perché questo progetto di legge spinge all’ulteriore responsabilizzazione dell’artigiano e del suo ruolo economico e sociale nella comunità in cui opera voglio concentrarmi sugli articoli 17 e 18 che reputo essere il cuore delle innovazioni promosse da questo testo: la responsabilizzazione della politica, di noi politici e dell’impatto delle nostre scelte, delle nostre pianificazioni nella vita delle imprese artigiane. Si vuole creare una strategia, la stessa richiesta da tanti settori nel nostro Veneto e purtroppo ancora senza risposta, ad esempio per quello dell’agricoltura. Gli artigiani hanno chiesto di creare sinergia, di garantire che le politiche per l’artigianato siano coerente con indirizzi omogenei e pianificati coscientemente, ma come? Attraverso la collaborazione con una Commissione costituita anche dagli artigiani, così da garantire l’ascolto degli imperativi lanciati dagli artigiani veneti e far sì che la politica possa sincronizzarsi con il cuore dell’imprenditore senza fermarsi agli aspetti meramente procedurali. Scelte strategiche e politiche, quindi, per non fermarsi ai titoli di giornali che domani usciranno e festeggeranno l’approvazione, che immagino essere più che certa di questo provvedimento, scelte strategiche che potranno guardare assieme alle imprese con i loro occhi alle sfide che già oggi interessano gli artigiani: l’internazionalizzazione, la digitalizzazione, la formazione utile anche ad educare all’investimento o – come dicevo prima – all’innovazione sia del cittadino, che dell’imprenditore e, chissà, magari anche un’industria 4.0 regionale o ancora: la semplificazione, perché il tempo è denaro e i passi concreti in questa direzione sono tanto utili, quanto attesi da troppo tempo e per questo speriamo sia questa la volta buona.
Progetti essenziali a cui la Regione dovrebbe affiancarne altri per la lotta alla cronica mancanza di lavoratori specializzati. Proprio all’inizio parlavo dei dati di assunzioni previste per questo trimestre, per il mese appena trascorso il fabbisogno di lavoratori era pari a 40.280 per tutte le imprese del Veneto, ma il tasso di entrata corrisponde esclusivamente al 3,3 per cento, cioè soltanto 1329 i lavoratori sarebbero potuti essere realmente assunti.
La difficoltà di reperimento di professionalità adatte, oltre a quelle relative al costo del lavoro fanno sì che in Veneto le aziende, quelle artigiane in particolar modo, soffrono notevolmente e ciò impedisce alle imprese l’opportunità di investimento, di innovazione. Immagino che ognuno di voi sia consapevole della corsa contro il tempo delle aziende nell’andare ad inserire nel proprio organico i giovani studenti in alternanza scuola – lavoro e prepararli per la definitiva assunzione.
Gli ITS del Veneto registrano una resa anche del 99 per cento ed è evidente che la sinergia con le scuole è centrale e lo si può anche gestire con l’integrazione delle politiche per l’impresa e le politiche della formazione regionale, per questo auspico che questa Regione si concentri nella realizzazione, nella costruzione di percorsi formativi di orientamento scolastico adeguati.
Ciò non solo per far respirare le aziende e il loro bisogno di professionalità adeguate, ma anche per dare i giusti strumenti ai ragazzi fin dall’età adolescenziale per poter comprendere le proprie aspirazioni e curiosità, sviluppando i propri talenti e non rimanendo incastrati esclusivamente tra le esigenze familiari e le indicazioni degli insegnanti e la poca conoscenza delle reali opportunità che si possono aprire al termine del percorso formativo.
Con la mia relazione oggi voglio evidenziare come l’artigianato ci faccia convergere e apprezzo una politica che condivide obiettivi lungimiranti con processi partecipati, visto che il confronto con i rappresentanti dell’artigianato è iniziato più di un anno e mezzo fa ed ha portato ad un articolato ben riuscito. È una prassi che auspico verrà sempre condivisa da questa Istituzione per cui ringrazio tutti coloro che hanno consentito il realizzarsi.
Di seguito vedrete delle piccolissime proposte emendative, volte a recepire alcune ultimissime osservazioni emerse durante le audizioni e con il confronto con gli artigiani.
In tutte le visite aziendali fatte in questi anni ho incontrato imprenditori che ribadivano la centralità dei temi che ho voluto condividere poco fa, non sono di certo delle novità ed è per tale motivo che questi cittadini ed imprenditori attivi investendosi personalmente della responsabilità del buon esito delle politiche del proprio settore credono molto a questo progetto di legge. E proprio perché vogliamo insieme credere a questi buoni propositi, monitoreremo con attenzione il dispiegarsi delle prossime politiche per l’artigianato e l’attuazione di questa legge perché, se investiti con coerenza i 20 milioni stanziati e i fondi già destinati al comparto artigiano, potranno essere davvero utili, specialmente se sapranno valorizzare quelle aziende che investono, creando un valore aggiunto, valutandolo non soltanto tramite una griglia di punti, ma osservandone i benefici come, per esempio, il riposizionamento del mercato e l’abbattimento dei costi di produzione. Questa è una riflessione che apre a quello che sarà il passaggio successivo, l’applicazione di questa legge.
Lascio poi al confronto per quanto riguarda questi due piccolissimi emendamenti, che presenterò con la Giunta stessa, l’Assessorato competente e il relatore di questo progetto di legge.
Grazie a tutti.
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