Agricoltura: un’aspra stagione. Dalla conta dei danni alle azioni da mettere in campo.
I prossimi giorni dovrebbero farci tirare un po’ il fiato: una tregua meteorologica che fa bene. Il problema è che sono stati mesi terribili per il nostro settore, l’agricoltura.
Ortofrutta, allevamento e cereali: nessuno ne esce salvo. Si stimano almeno 14 milioni di danni in tutta Italia!
La conta dei danni
Nell’Alto Vicentino (270 ettari di ciliegi), nel veronese (1700 ha) e trevigiano (14 ha), dove il raccolto di ciliege precoci è gravemente, spesso completamente, compromesso, si spera in un cambio di direzione nel tempo per salvaguardare le produzioni tardive.
Tutto il settore ortofrutticolo è in grave difficoltà e alcuni denunciano una perdita del 50%. I produttori di Mais invece, con i campi allagati, sono impossibilitati nella semina o, chi lo ha già fatto, denuncia terreni scavati e piantine “spazzate via”.
La Presidente di Coldiretti Donne Rovigo racconta anche le preoccupazioni per i prossimi giorni: «Se in questi giorni – dice – ci saranno temperature alte il danno sarà ancora maggiore perché il terreno diventa come il cemento e le piante muoiono». Ciò danneggia duramente i nostri allevamenti, in crisi per la produzione di mais ceroso.
E le nostre amate api? Il freddo non permette loro di lavorare, nonostante le fioriture di castagno, tiglio e acacie.
Per non parlare della Viticoltura: il germogliamento è in difficoltà in tutto il centro-nord. Le temperature basse e le piogge causano gemme cieche e difformità nello sviluppo delle germogli.
La contraddizione fra il periodo siccitoso di inizio anno e quello eccessivamente piovoso di oggi, con anche alcuni fenomeni di gelate, ha creato un enorme stress per la pianta i cui tralci hanno perso molta vitalità, mentre il clima umido attuale non fa che aumentare la diffusione della Peronospera, una malattia che interferisce con il processo di lignificazione della vite, cosa che peggiora il germogliamento.
Cosa fare
Per tutto questo ritengo doveroso che ogni regione si sia attivata per richiedere lo stato di calamità, necessario per la richiesta di indennizzi e coperture assicurative da parte delle aziende (cosa che per esempio, la regione non fece due anni fà, quando molti miei colleghi viticoltori, a seguito delle gelate di aprile, persero anche il 50, alcuni il 90% delle produzioni, specialmente le tardive), così come l’attivazione del fondo di solidarietà da parte del ministero dell’agricoltura.
Ma aggiungerei anche la necessità di azioni specifiche per la tutela di quei lavoratori stagionali che vedono ridursi enormemente le giornate di lavoro e i sussidi correlati.
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