Canapa e DL Sicurezza: cento aziende venete a rischio chiusura
Oltre cento imprese venete rischiano di chiudere i battenti a causa dell’entrata in vigore del decreto Sicurezza, che criminalizza il settore della canapa industriale. Questo provvedimento, frutto della furia ideologica del governo, ha trasformato migliaia di lavoratrici e lavoratori onesti in fuorilegge dall’oggi al domani. Eppure, il presidente del Veneto, Luca Zaia, sembra più impegnato a commentare la bocciatura del terzo mandato da parte della Consulta e i cambi di casacca nella sua maggioranza.
Invece di chiedere il rinvio delle elezioni per inaugurare le Olimpiadi, Zaia dovrebbe chiamare Roma e pretendere lo stralcio delle norme contro la canapa in sede di conversione di questo decreto vergognoso. Altro che sicurezza, il governo Meloni ha creato un reato che esiste solo in Italia, violando la normativa europea. Non si può equiparare la cannabis light a una droga, dato che è priva di effetti psicotropi ed è riconosciuta come sicura dalla giurisprudenza UE.
Questo attacco ideologico colpisce un comparto che sta portando innovazione in agricoltura e penalizza anche chi produce infiorescenze a scopi terapeutici. Ora però il governo avrà 90 giorni per rispondere ai rilievi dell’Unione Europea, grazie alla petizione presentata all’europarlamento dalla filiera della canapa italiana, che ho sostenuto con forza.
Leggi il comunicato stampa.
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