Da Veneto Agricoltura segnali positivi verso un cambio di passo necessario e urgente, dopo un passato turbolento
Permangono molte criticità, ma abbiamo colto dei segnali che indicano un cambio di rotta, vigileremo affinché l’agricoltura veneta possa ripartire efficacemente.
Con la nomina a nuovo direttore di Nicola Dell’Acqua, Veneto Agricoltura esce finalmente dal commissariamento. Ora si dovranno affrontare le tante questioni rimaste irrisolte e che richiedono azioni urgenti. Prima su tutte quella di ricucire i rapporti tra Veneto Agricoltura e le imprese del territorio, soprattutto sul fronte della ricerca.
Molti sono gli importanti progetti di ricerca ed innovazione, creati appunto da Veneto agricoltura, che mi auguro vengano portati a compimento nelle imprese del territorio, perché necessari alla produttività veneta e alla tutela dell’ambiente. Pensiamo a quello sulla concimazione a lento rilascio, ad esempio, in un Veneto con uno stock di carbonio organico ai minimi termini.
Un altro nodo cruciale riguarda le incomprensibili chiusure di centri strategici di Veneto Agricoltura in tempi recenti: ad esempio quello della ricerca sull’ortofrutta nel Veronese, o il clamoroso caso del laboratorio di Thiene (Vi) destinato alle analisi del latte.
E ancora le voci di un depotenziamento del centro di thienese sulle biotecnologie, con una privatizzazione che temevamo avrebbe impedito la conservazione di un patrimonio poco conosciuto ma di grande valore, anche nel possibile ritorno di un nuovo made in Italy.
O ancora il caso eclatante di Intermizoo Spa di cui VA è socio di riferimento, a rischio svendita. Abbiamo chiesto di potenziare questi progetti, ponendo maggiore attenzione anche al settore forestale e quello della biodiversità naturale.
Purtroppo questi depotenziamenti, hanno seguito una logica politica geografica: la parte Ovest del Veneto è rimasta senza servizi e centri di riferimento. I settori della frutta e ortaggi nel Veronese e quello dei cereali nel Vicentino sono stati pericolosamente accantonati.
Per questo ho ribadito l’esigenza prioritaria di un rilancio nel veronese delle attività di ortofrutta e la frutticoltura. Parimenti, è assolutamente necessario rispondere all’esigenza di conservazione e sperimentazione del settore cerealicolo, la cui sede di ricerca si trova a Lonigo, presso l’Istituto di ricerca Nazareno Strampelli della Provincia di Vicenza, la cui Banca del Germoplasma dovrà essere garantita, nella riproduzione, anche da Veneto Agricoltura.
Nella mia Lonigo ha sede l’importante centro di conservazione e sperimentazione del settore cerealicolo. Si tratta di semi storici che rischiamo di smarrire senza i giusti finanziamenti e fino ad oggi, la strada per garantirne i fondi ed il personale è stata davvero dura! Sono felice di aver ricevuto finalmente risposte positive alle nostre sollecitazioni. Speriamo che l’entusiasmo dimostrato dal direttore possa concretizzarsi in un reale rilancio dell’ente per la garanzia della biodiversità naturale e agraria di tutto il Veneto.
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