Legge regionale fotovoltaico a terra: mesi di confronto, ma legge ancora insoddisfacente.
Prima seduta in Consiglio regionale del Veneto dedicata al progetto di legge sul fotovoltaico a terra.
Il provvedimento in discussione non accontenta nessuno. Dopo le proteste dei mesi scorsi la maggioranza aveva sperato in una proposta di legge ‘paracadute’, ma oggi è evidente come in realtà non si riesca ad andare oltre la solita manovra comunicativa.
Apprezzo sia stato accolto il nostro suggerimento di distinguere tra impianto a terra e agrivoltaico, quello vero “a misura di trattore” insomma, unico modo per far convivere e garantire l’attività agronomica.
Ma per raggiungere l’indipendenza energetica e la decarbonizzazione i cittadini e le imprese ci chiedono regole chiare, non indicazioni fumose.
Avrei preferito attendere i decreti ministeriali e le linee guida nazionali, evitando quindi di arrivare ad approvare un provvedimento che rischia di essere ribaltato completamente in pochi mesi.
Pur riconoscendo il lavoro svolto dal proponente e dai consiglieri di opposizione presenti in seconda commissione nei mesi, dove alcune nostre osservazioni sono state accolte, il testo in discussione si limita a essere meramente orientativo, non introducendo criteri precisi e inconfutabili sugli impianti di fotovoltaico a terra.
Tra gli aspetti critici di questo provvedimento segnalo l’art.4 sulla proporzione 1 a 20, il quale in soldoni prevede che la porzione agricola dedicata all’impianto fotovoltaico non sia superiore a una frazione corrispondete a 1/20 dell’intera area.
Questa disposizione, fortemente a rischio di incostituzionalità per irragionevolezza, è purtroppo rappresentativa dell’intera logica di questa legge, che punta a restringere piuttosto che avvantaggiare, procedendo a un equo contemperamento di esigenze talvolta confliggenti, la transizione energetica.
Mi auguro che alla fine il buon senso prevalga, per questo ho presentato alcuni emendamenti al fine di rendere almeno in parte praticabile l’indirizzo che questo provvedimento si prefigge.
L’obiettivo deve essere quello di favorire la produzione di energia da solare fotovoltaico su aziende agricole integrata con le colture e con l’allevamento, in questo modo i pannelli fotovoltaici vengono posizionati nei campi, con sistemazione “mobile” a inseguimento solare, a una altezza che consentirebbe anche ai mezzi agricoli di poter lavorare i campi.
Ricordo che tra i benefici derivanti dall’installazione di pannelli agrivoltaici vi è anche la riduzione di consumo di acqua, poiché consentirebbe di ridurre i giorni di irrigazione, grazie a una regolazione del clima a livello locale.
Infine questa norma, proprio in virtù degli indicatori presuntivi di non idoneità, delega completamente ai funzionari di Giunta qualsiasi decisione sulla idoneità di un impianto.
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