La Via del Mare è salatissima

14 Novembre 2024
Ambiente

La vicepresidente della Regione, Elisa De Berti, ha detto che la Via del Mare “non sarà un’altra Pedemontana”.  Bene. Accogliamo questa dichiarazione come la conferma implicita che la SPV è stata una fregatura per i veneti.

Cristina Guarda e Renzo MasoloLa Pedemontana è l’opera che costituisce più di ogni altra l’emblema dell’era Zaia. I veneti, loro malgrado, ne erediteranno i costi (milionari) per i prossimi decenni. Oggi prendiamo atto che anche per l’assessora regionale alle Infrastrutture (nonchè vice di Zaia) quest’opera rappresenta un termine di confronto negativo.

Altro che taglio del nastro a ogni casello inaugurato, il Veneto è passato da regione “tax free” a terra di debiti. La SPV è un’opera costosissima, che finiremo di pagare tra quarant’anni dal punto di vista economico. Senza parlare del costo ambientale.

Ora, con la Via del Mare, il copione è lo stesso: invece di valutare alternative sostenibili, si costruiscono nuove strade. E anche se la Regione promette di non metterci un solo euro (dei cittadini), la viabilità complementare graverà interamente sulla finanza pubblica.

Per la bretella di Cortellazzo, a Jesolo Est, la Regione ha già sottoscritto un accordo di programma con il Comune di Jesolo e Veneto Strade. L’accordo prevede un contributo regionale di 50 milioni di euro, mentre il Comune di Jesolo contribuirà con 6 milioni di euro. Altro che progetto “tutto a carico dei privati”, come sostiene De Berti a proposito della Via del Mare.

Ancora una volta si usano le tasse dei cittadini per pagare una nuova strada, proprio ora che Zaia ha deciso di aumentare l’IRAP.

Ed è curioso che, mentre Salvini attacca il Green Deal europeo opponendosi a von der Leyen, Zaia scelga di aumentare le tasse alle industrie più inquinanti: un principio sacrosanto. Che però va in cortocircuito, se quei soldi finiscono per finanziare opere inquinanti invece di andare a vantaggio delle emergenze socio-sanitarie di famiglie e anziani veneti.

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