Loreo: non si utilizzino le rinnovabili per consumare suolo a danno del paesaggio

12 Aprile 2021
Ambiente

Ci troviamo di fronte ad una strategia di massimizzazione del profitto a danno del territorio che rischia di diffondersi a macchia d’olio; dove il terreno ha un basso valore si costruiranno impianti fotovoltaici a discapito dell’agricoltura. Risultato? Meno prodotti agricoli veneti e più importazione!

Noi di Europa Verde sosteniamo da sempre l’utilizzo di energia rinnovabile, ma questa deve essere prodotta evitando di depauperare intere aree in assenza di precise normative in materia. Nella nostra Regione abbiamo quasi quasi 10mila ettari di terreni non agricoli su cui è concesso costruire, ma non sono ancora edificati. Ci sono: ex discariche, ex cave e terreni bonificati da destinare a questo scopo. La politica ha il dovere di fornire indicazioni e normare le aree idonee e quelle non idonee.

Produciamo sì energia sostenibile, ma non a discapito del territorio sottraendo biodiversità naturale e capacità produttiva, come si intende fare a Rovigo, a Loreo, su un’area vasta quanto 35 campi da calcio alle porte del delta del Po. Qui non parliamo di vietare agli agricoltori di installare il fotovoltaico. Infatti in Veneto esiste già un eccellente esempio di comunità energetica: il progetto “Energia Agricola a km0” promosso da Coldiretti Veneto e ForGreen SpA Società Benefit. Come Europa Verde – proseguono Guarda, Gennaro e Bononi – siamo favorevoli all’agrivoltaico, per far sì che i terreni agricoli possano essere utilizzati per la produzione di energia pulita, mantenendo al contempo le colture agricole.

L’agricoltore deve avere la possibilità di partecipare alla produzione in veste di PROSUMER (produttore e consumatore). Altrimenti l’area ceduta alle aziende energetiche non potrà più essere considerata agricola e non si potrà parlare di agrivoltaico, ma di una vera e propria centrale energetica con tutto quello che ne consegue.

Dopo il Sì della Regione a Loreo, ci attendiamo di assistere al moltiplicarsi di richieste per la costruzione di impianti fotovoltaici da parte di imprenditori terzi su terreni agricoli, a discapito delle superficie coltivabile, causando così minore produzione interna ed esportazioni. Ci sono già altri 5-6 progetti pronti nel solo Rodigino per oltre 200 ettari da sottrarre ad aree agricole, mentre i famosi 10mila ettari dismessi, già utilizzabili nel resto del Veneto, rimarrebbero inutilizzati.

Serve una regolamentazione e in tempi molto brevi, ma priva di quelle deroghe che siamo abituati a vedere comparire nei progetti di legge regionali, come quelli sul consumo di suolo o sul fotovoltaico a terra, che non avrà comunque alcun impatto sul progetto di Loreo, poiché non retroattivo.

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