Nuova stagione venatoria – Calendario indecente sia contro criteri scientifici che umani

13 Settembre 2019
Ambiente

Domenica partirà un’altra stagione di caccia all’insegna della vergogna. Il calendario approvato dalla Regione fa rabbrividire, fa carta straccia dei criteri scientifici dell’Ispra e delle Direttive della Comunità Europea, consentendo di sparare a specie selvatiche a rischio.

Alla vigilia della stagione venatoria come “Intergruppo per il benessere e la conservazione degli animali e della natura”, non possiamo che denunciare le scelte della Giunta Zaia, carte alla mano.

L’Ispra, l’agenzia dello Stato per la tutela ambientale, ha fornito un parere dettagliato, undici pagine, in cui evidenziava numerose criticità, tuttavia la Regione ha tirato dritto.

Non solo con le pre-aperture, ma consentendo di sparare a specie minacciate considerate come bisognose di tutela, ad esempio il Combattente. Era stato chiesto di spostare l’inizio della caccia  al primo ottobre, data indicata più sicura per la conservazione degli uccelli migratori e di chiudere la caccia, almeno per le specie in declino tipo la Beccaccia, al 31 dicembre.

 

Tutto inutile, la lobby delle doppiette è sempre la più tutelata. Anche sui carnieri, ovvero il numero massimo giornaliero e stagionale di animali da uccidere per ogni singola specie, il parere dell’Ispra è rimasto inascoltato.

Per fare un solo esempio, per il Moriglione, una piccola anatra migratrice, l’Istituto prevede massimo due soggetti al giorno per cacciatore e di 10 per tutta la stagione venatoria; la Giunta Zaia ha alzato i limiti, rispettivamente a 25 capi giorno e 425 capi anno totali per singolo cacciatore, un’autentica follia!

L’Ispra ha anche criticato le cinque giornate infrasettimanali nei mesi di ottobre e novembre, sostenendo invece che dovrebbero essere tre, evitando scelte della Giunta Zaia che vanno contro la Commissione Europea: lo scorso luglio aveva chiesto agli Stati membri di bloccare la caccia proprio al Moriglione e alla Pavoncella, considerate specie minacciate e inserite nelle liste di protezione dell’Aewa (Accordo euroasiatico per gli uccelli migratori).

 

Entrambi sono poi classificati come Spec 1 (minacciate globalmente) da BirdLife international, una condizione che in Italia condividono con Coturnice, Tordo sassello e Tortora selvatica: a tutte andrebbe garantita una protezione integrale, invece il Veneto si distingue in peggio, permettendo di sparare liberamente.

A ciò bisogna aggiungere il numero di incidenti e abusi, bracconaggio compreso, che sono in aumento. La Regione però sul versante della prevenzione e dei controlli è latitante.

Nello scorso Collegato al bilancio le nostre proposte, 50mila euro per la lotta al bracconaggio per le Guardie venatorie volontarie e altrettanti alla Provincia di Rovigo per l’acquisto di imbarcazioni leggere ad alta capacità di movimento da destinare alla Polizia provinciale per contrastare il fenomeno nel Delta del Po, sono state bocciate, eppure non si trattava di cifre enormi.

Tra l’altro il Piano nazionale di contrasto al bracconaggio, approvato in Conferenza Stato e Regioni, individua in Veneto due delle nove aree dove questo fenomeno è dilagante: il Delta del Po e l’Area lagunare da un lato, la Pedemontana da Verona a Treviso passando per Vicenza, dall’altro.

 

E la Giunta Zaia cosa fa? Invece di finanziare i controlli, ha dato oltre 500mila euro in due anni alle associazioni venatorie per fare gli incontri sul bracconaggio, una vera vergogna! Evidentemente per la Giunta Zaia la specie maggiormente bisognosa di tutele è quella dei cacciatori di uccelli migratori.

 

(Dal comunicato I”ntergruppo per il benessere e la conservazione degli animali e della natura” – con i consiglieri Andrea Zanoni -PD- e Patrizia Bartelle -IIC-)

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