Pfas a Creazzo (Vi): nuovi filtri per acquedotto ed esito del monitoraggio 2021, ma puntiamo attivamente sullo zero-Pfas.

13 Ottobre 2021
Contaminazione da Pfas

Dobbiamo investire in un sistema di fornitura idrica Pfas-free per tutto il territorio, anche per le Zone Arancioni, fino ad oggi escluse. Usciamo dalla logica di emergenza, per intervenire in modo strutturale e consegnare un territorio privo di Pfas alle future generazioni.

Finalmente la Giunta comincia ad occuparsi anche di quei territori esclusi fino ad ora da azioni concrete: è rilevante la notizia della programmazione di un pianto di filtraggio anti Pfas che Viacqua, l’ente gestore, attiverà al campo pozzi Moracchino, che fornisce acqua anche a Creazzo.

Una scelta che conferma l’importanza delle sollecitazioni che da tempo rilancio accanto ai Comitati locali, gruppi Gas in prima linea: per quanto le analisi dei Pfas acque rientrino nei parametri della Regione, queste sostanze si accumulano nel sangue e basta l’esposizione costante a qualche decina di nanogrammi di Pfas nelle acque potabili, per aumentare i rischi sanitari la popolazione.

Lo confermano i dati dell’ente europeo per la sicurezza alimentare (EFSA) e l’OMS.

Per questo apprezziamo che l’ente gestore autonomamente scelga di intervenire in una delle Zone Arancio in modo analogo a quanto avviene nelle Zone Rosse Pfas.

Attendiamo inoltre la fine del 2021 per analizzare i risultati del preannunciato monitoraggio che l’Ulss 8 sta realizzando per l’acqua destinata ad uso umano nella zona centro-nord di Vicenza, da cui proviene l’acqua che alimenta l’adduzione che serve i Comuni di Creazzo, Altavilla, Sovizzo, Monteviale e Gambugliano.

Queste notizie confermano che non più tempo di affrontare il tema Pfas in modo emergenziale, ma strutturale: servono azioni proiettate verso il futuro in diversi settori, per prevenire i rischi sanitari.

L’esposizione ai Pfas è nociva e dannosa a prescindere dalla quantità. Che siano 10 o 20 o 15 nanogrammi per litro di acqua, l’accumulo dei Pfas nel sangue di una persona può condurre a gravi patologie ad in ogni caso.

Per questo è opportuno lavorare non solo affinché l’acqua nelle nostre case sia Pfas-free, ma allo stesso tempo devono essere attivati strumenti di prevenzione in tutti i settori: lo dimostrano i casi relativi alle acque delle piscine o i rilievi fatti sulle coltivazioni agronomiche, perché ci avveleniamo da Pfas non solo bevendo, ma anche attraverso il cibo, l’aria, l’assorbimento per mezzo della pelle, ecc.

Insomma, la politica deve muoversi in un’ottica di prevenzione. Non bastano più interventi di tipo emergenziale, di Pfas in Consiglio veneto discutiamo ormai da anni: progettiamo e investiamo in un futuro privo di Pfas da consegnare alle future generazioni, l’acqua inquinata non può essere l’eredità che noi lasciamo alla comunità di domani.”

 

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