Dati preoccupanti che non devono rimanere pura accademia. Necessari interventi per tutelare la salute dei cittadini e gli agricoltori.
Oggi si è concluso il convegno scientifico sui Pfas a Venezia, due giorni di workshop in cui ho potuto ascoltare i frutti della ricerca sui composti perfluoroalchilici.
L’incontro svoltosi in Regione è un concreto esempio di come la Regione Veneto, dopo 4 anni di silenzi e difficoltà di comunicazione con i cittadini, vuole fare la sua parte nel trattare con trasparenza l’inquinamento che preoccupa moltissimi cittadini del Veneto.
Nel marzo scorso, a margine del Consiglio Straordinario da me richiesto sul tema, l’Assessore regionale alla Sanità assicurava che non c’era alcun rischio per la salute umana. Meno di un anno dopo il suo Direttore Generale esordisce con un “hanno avvelenato il Veneto”.
Non si parla nel convegno di un solo inquinamento ambientale: si parla di valori di Pfas nel sangue dei nostri adolescenti 21 volte più alti di quelli fuori dall’area contaminata, si parla addirittura di 20 anni per lo smaltimento dei PFAS dal sangue(a confronto i 5 anni iniziali sembrano una bazzeccola!), si parla delle patologie neonatali verificate in percentuali preoccupanti fino al 2013, anno di applicazione dei primi filtri, si parla delle patologie cardiovascolari, tiroidee, del tumore al testicolo…
Non ci sono rischi per la salute? Non bisogna tranquillizzare per forza i cittadini: bisogna parlar loro chiaramente, interagendo con i cittadini e aiutandoli a capire come fare per tutelarsi. Bisogna mettere in campo le proposte concrete che abbiamo sempre sostenuto.
E non basta dire “la regione ha messo in sicurezza gli acquedotti”: non smetterò mai di ripetere che i filtri per l’acqua se li pagano i cittadini! Il contributo iniziale della Regione ha coperto solo una piccolissima parte delle spese e questo costo viene caricato sulle spalle dei cittadini nelle bollette.
L’ha confermato anche il dott. Mantoan (Segretario alla Sanità e al Sociale) o lo possiamo leggere sui resoconti della Commissione ecomafie dove i direttori degli enti gestori parlano dai 4 all’8% di incremento nella bollettazione del cittadino. Quindi la politica regionale non si prenda il merito della messa in sicurezza.
Inoltre Durante la tavola rotonda, inoltre, alcuni epidemiologi hanno contestato la soluzione adottata dalla regione veneto sull’indagine epidemiologica, in quanto l’hanno trovata dispendiosa, poco efficace e tropo lunga l’attesa dei risultati.
In conclusione e per chiarezza, anche nell’agricoltura: dalle relazioni del convegno sembra che la gestione dell’abbeveraggio degli animali sia sotto controllo. Ma non è la percezione degli allevatori: al momento sono in balia di comunicazioni che scaricano su di loro la ricerca delle soluzioni per potabilizzare l’acqua dei pozzi privati per l’abbeveraggio degli animali. Gli agricoltori non si sentono assolutamente sostenuti dagli uffici tecnici e dalla politica regionali.
Mi auguro dunque che la discussione tecnica di Venezia non resti pura accademia ma che si possa davvero arrivare a soluzioni pratiche.
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