Pfas e maternità: ok alle mie proposte alla Giunta: 4 interventi per informare e tutelare le donne in età fertile o in attesa e i loro bimbi.
Anni di lavoro hanno condotto alla maturazione di una conoscenza e sensibilità condivisa sui rischi della contaminazione da Pfas.
Pericoli che non riguardano solo gli adulti che entrano a contatto con queste sostanze, ma soprattutto i nascituri, vista l’elevata probabilità di contrarre patologie che comportano anche anomalie al sistema nervoso e difetti congeniti al cuore, come dimostrato da alcune ricerche.
E’ importante ricordare come, nel processo da inquinamento da Pfas, attualmente pendente a Vicenza, in sede dibattimentale sia stata citata la dottoressa Russo, la quale ha da tempo evidenziato, nella zona rossa, un aumento di diabete gestazionale e la nascita di bambini con basso peso corporeo.
Con la mia mozione, approvata dai colleghi di maggioranza e opposizione, si impegna la Giunta regionale ad agire su amti e proposte che ho avanzato con medici e cittadini fin dal 2017, ma ancora oggi non attuati:
1️⃣ raccomandare, alle mamme delle zone coinvolte, il non utilizzo per scopi alimentari di acqua da rubinetto, tenutp conto che EFSA ha fissato nella sua ultima pubblicazione 2020 il massimo quantitativo “tollerabile” di PFAS, che si può introdurre con l’alimentazione pari a 0,64 ng/kg peso corporeo/giorno.
Ciò corrisponde al valore della somma di 4 PFAS che si può assumere giornalmente
con l’acqua e gli alimenti, che non dovrebbe dare problemi sanitari, allo stato attuale delle conoscenze.
Questo significa che se la sola acqua potabile contiene 10 ng/litro come somma dei 4 PFAS (possibile, ad oggi, anche in area rossa con doppi filtri), con il solo consumo di acqua potabile, senza
considerare l’apporto di PFAS dovuto al cibo, un bambino che pesi 10 kg e che intruduca 1 litro di acqua al giorno, introduce 10 ng/10kg = 1 ng/kg/giorno, quindi superiore al limite EFSA illustrato sopra;
2️⃣ a realizzare una costante campagna informativa per la tutela sanitaria dei
cittadini delle aree contaminate, in particolare per neonati e donne in gravidanza, e la minimizzazione dei rischi di esposizione ai PFAS. In primo luogo attraverso un vademecum che contenga le linee guida per l’uso dell’acqua potabile, il consumo degli alimenti e l’uso di oggetti quotidiani;
3️⃣ a realizzare un programma di monitoraggio medico dedicato alle donne
gravide con esposizione ai PFAS, che miri a tenere bene sotto controllo almeno la
presenza di altri fattori di rischio per gli esiti sanitari citati, come recentemente
raccomandato dalle National Academies of Engineering, Science and Medicine
(NASEM);
4️⃣ a valutare, in primo luogo a beneficio delle donne esposte che vogliono
pianificare una gravidanza, la possibilità di un arruolamento dedicato in UN
FORMALE PROTOCOLLO DI SPERIMENTAZIONE CLINICA (cosa mai fatta in passato) finalizzato a verificare la possibilità di abbattimento delle sostanze nel sangue attraverso interventi farmacologici, di plasmaferesi o di scambio plasmatico.
‼️Ho voluto accogliere la richiesta di Lega e FdI di 2 modifiche, togliendo riferimenti a rimborsi economici alle famiglie con gravidanze o bimbi che devono acquistare acqua in bottiglia per limitare l’esposizione in linea con i dati EFSA, oltre al consentire alla Giunta di “valutare” i punti proposti.
L’ho fatto non senza preoccupazione, ma aprendo una collaborazione poiché 🏁ritengo che l’apertura da parte dei colleghi in Consiglio sia un segnale di maggiore coscienza e responsabilità, anche a livello personale, necessari alla realizzazione di quanto proposto con questa mozione.
Li coinvolgerò e solleciterò con forza nel richiedere lo stato di avanzamento delle valutazioni da parte della Giunta.
Oggi abbiamo fatto un piccolo, ma importante passo avanti dal punto di vista politico, considerati i molti no o dimenticanze sopportati in passato, ✅️ ora però devono conseguire quelle giuste azioni che da anni cittadini e comitati attendono.
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