Pfas negli acquedotti di Chiampo: la contraddizione della Giunta regionale.
Come se tutela dell’ambiente e salute dei cittadini non fossero aspetti collegati tra loro: la Giunta annuncia l’inizio un percorso di verifica dalla presenza di Pfas negli acquedotti di Chiampo e Arzignano, ma al momento non intende eseguire verifiche sullo stato di salute dei cittadini.
In presenza di una fonte di pressione a nord di Chiampo, che da decenni contamina la falda della valle, su mia proposta e del gruppo locale di EV, la regione ha accolto di iniziare specifiche verifiche sul sito inquinante.
Ma alla richiesta di uno screening della popolazione, per osservare quanto a lungo la cittadinanza sia stata esposta e quanti compromessa risulti essere la salute dei cittadini, la Regione risponde facendo spallucce.
Peccato che non si tenga conto di come i Pfas siano dannosi alla salute a prescindere dalla quantità. Inoltre l’esposizione, anche se in piccole dosi ma in modo continuo, costituisce causa di danni irreversibile all’organismo.
I cittadini di Chiampo e Arzignano non sono quindi meno in pericolo di coloro che vivono a stretto contatto con le acque contaminate dalla ex-Miteni.
Avevo inoltre chiesto alla Regione di attivare la ricerca delle fonti di pressione di Pfas che contaminano le acque di falda di Chiampo, anche in questo caso la risposta non soddisfa le necessità dei cittadini di quest’area.
Bene che la Giunta abbia confermato la disponibilità ad individuare queste aree, peccato che nel frattempo siano trascorsi quasi 10 anni.
La salute della popolazione colpita da Pfas non può scontare i tempi biblici della politica.
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