Pfas – Nuovo parere dell’EFSA. Aspettiamo azioni dalla Regione
Arriva finalmente il nuovo parere EFSA sui Pfas: conferma che i limiti nella Direttiva Acqua vanno abbassati. E molto!
L’Agenzia europea per la salute alimentare conferma che le nostre preoccupazioni erano fondate: il parere pubblicato ieri (“Aggiornamento dei contaminanti: primo dei due pareri su PFAS negli alimenti“), certifica i rischi per la salute umana dovuti alla presenza di Pfos e Pfoa nell’acqua per uso alimentare e nel cibo.
E’ il primo dei due pareri chiesti all’Ente dalla Commissione Ambiente europea, anche se non si capisce il posticipo del secondo, quello sui Pfas a catena corta e sui derivati.
Mi auguro che la scelta non sia strumentale alla pubblicazione post Consiglio Europeo, sarebbe un grande passo indietro. Sono stata comunque contenta di apprendere che nell’Europarlamento è già stata presentata un’interrogazione nel merito.
Nessuna novità, solo una certificazione ulteriore con un documento ufficiale dell’EFSA, in cui si evidenziano le conseguenze nocive di tali sostanze: dalla riduzione del peso dei bambini alla nascita alla minore capacità di reazione dei vaccini, fino all’aumento del colesterolo.
Proprio per questo l’Agenzia europea ribassa i livelli guida tollerabili per esposizioni alimentari (le TDI) stabiliti nel 2008. In particolare per i Pfos il limite scende da 150 ng/kg/ giorno a 1,85, per i Pfoa addirittura da 1500 ng/kg/giorno a 0,86.
Attendiamo il secondo parere sui cumulativi per le catene corte e speriamo di non dover aspettare “spring 2019“, primavera, come si può leggere nel comunicato ufficiale.
Ma la Regione attendista ora deve intervenire con azioni specifiche.
Alla luce di questo autorevole parere, la Regione deve farsi portatrice del dramma del Veneto: come avevo chiesto poche settimane fa in una mozione (“La regione Veneto solleciti il Ministero dell’ambiente per l’urgente introduzione di limiti nazionali concernenti tutte le sostanze perfluoroalchiliche”) è necessario che il Governo italiano stabilisca con decretazione urgente, limiti stringenti su tutto il territorio nazionale, prima del Consiglio Europeo.
Infatti, all’inizio del prossimo anno i ministri dell’Ambiente dovranno affrontare la Direttiva Acqua Potabile e l’Italia dovrà avere le idee chiare e credibili, forte di limiti nazionali per sostenerle.”
Le nuove TDI chiamano in causa la Giunta del Veneto e sono come una spada di Damocle. Da oltre un anno chiediamo che i risultati sulla catena alimentare vengano analizzati sulla base di valori TDI più bassi, con quelli dell’Epa, che sono comunque superiori a quelli diffusi oggi.
Così avrebbe fatto un’amministrazione che ha davvero a cuore la salute dei cittadini. Occorre agire in maniera preventiva, non sull’onda dell’emergenza con azioni spot e tacciando di allarmismo chiunque faccia azioni di denuncia.
Da più di un anno sollecitiamo la relazione conclusiva del Piano di monitoraggio degli alimenti, che la Regione ha parzialmente divulgato sulla stampa a dicembre 2017. Dov’è finito il report completo, perché non possiamo vederlo?
Ora ci attendiamo sia una rivalutazione dell’area rossa, che un ampliamento dello screening. Servono sempre più azioni concrete per l’agricoltura veneta, portando acqua priva di Pfas alle colture, visto che i progetti ci sono ma la Giunta non stanzia fondi.
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