Sorveglianza Pfas: la Regione Veneto approva valori errati sulla sicurezza alimentare.
Rispetto a quanto indicato dagli scienziati, per la Giunta regionale la quantità di Pfas assimilabili senza danno raddoppia! Ho richiesto di aggiornare i parametri. (Link in fondo)
In presenza di una elevata concentrazione di Pfas nella dieta dei cittadini, aumentano i rischi per la salute dei cittadini perchè aumentano i Pfas assorbiti dal corpo, un principio elementare divenuto mantra ormai da anni e anni.
Sorprende quindi apprendere che, nonostante la bomba ecologica scoppiata proprio in Veneto e la preparazione vantata dalla Regione sul tema, sulla esposizione alle sostanze perfluoroalchiliche non si renda conto di riportare valori errati.
Infatti, l’Ente Europeo per la sicurezza alimentare parlava molto chiaro nel 2020 indicando in 4,4ng/kg bw per settimana il valore di Pfas assimilabili, limitati a 4 tipi: Pfoa, Pfos, Pfna e Pfhxs. (Pag. 7 del parere Efsa scaricabile a questo link)
Nella recente delibera della Giunta regionale n. 706, dove si suggella il rapporto tra Regione e ISS nella sorveglianza dei Pfas, il valore assimilabile raddoppia, passando a 8 ng/Kg per settimana.
Perchè non è stato assunto a riferimento il valore di 4,4ng/kg a settimana?
Sono trascorsi 7 anni da quando la Regione avrebbe dovuto stendere un vero piano di sicurezza alimentare, ma l’attesa viene vanificata nel momento in cui i parametri presi in considerazione non corrispondono a quelli indicati dalle autorità europee con maggiore competenza sul tema.
Per questo ho presentato una interrogazione in Consiglio regionale, per chiedere all’Assessore regionale alla Sanità se non intenda sottoporre a revisione i parametri indicati nell’accordo tra Regione e l’Istituto di Sanità.
Basare su dati certi il valore che stabilisce quanti Pfas possiamo ingerire non è assolutamente secondario, da questo valore dipendono le azioni di prevenzione, ma anche la diagnosi sulla salute di chi purtroppo è stata a lungo esposto a questi veleni letali.
Un errore, forse frutto di disattenzione, al quale bisogna porre urgente rimedio.
AGGIORNAMENTO
La Regione ripete lo sbaglio rispondendomi tramite i giornali.
Per loro Efsa ha definito come TWI 8ng/kg p.c. a settimana, ma torno a ribadire che ciò è smentito dal dossier Efsa e dal suo comunicato ufficiale 👉https://www.efsa.europa.eu/it/news/pfas-food-efsa-assesses-risks-and-sets-tolerable-intake)
Come incide questo sbaglio nei calcoli sui rischi per la popolazione e nelle azioni per proteggere la salute?
NOTA BENE: considerate che al momento la Regione ha usato nella delibera SOLO i valori di PFOS e PFOA nelle acque e negli alimenti.
Mancano le misurazioni degli altri 2 Pfas considerati dall’Efsa. Quindi il superamento, inclusi anche PFNA E PFHxS, peggiorerà.
La Regione ha calcolato il superamento di una massima dose tollerabile di Pfas di 8ng/l (ERRATA!) e dice:
“Nei territori soggetti alla
contaminazione, oggi tali valori sono stimati essere pari a:
– 2,0 (adulti) e 2,1 (bambini) volte il TWI per i soggetti residenti nella zona a maggiore impatto che consumano alimenti locali
– aumenta a 3,8 (adulti) e 5,8 (bambini) volte per i residenti che si servono di acqua da pozzo.”
Se calcolassimo invece il rapporto con la TWI corretta di 4,4ng/kg, il valore sarebbe stimato in:
– 3.6 (adulti)e 3,8 (bambini) volte sopra il limite di sicurezza per i soggetti residenti nella zona a maggiore impatto che consumano alimenti locali
– aumenta a 6.8 (adulti) e 10,5 (bambini) volte il livello di TWI per i residenti che si servono anche di acqua da pozzo.
Questi calcoli, basati sul valore corretto, ci confermano come in molti casi la TWI Efsa sia non solo superata, ma LARGAMENTE SUPERATA nelle zone contaminate!
Se non corretto, l’errore sfalsa gravemente la valutazione delle indicazioni di sanità pubblica che la Regione dovrebbe dare ai cittadini, la valutazione sui singoli alimenti, che con TWI errata rischiano di essere sottovalutati continuando a peggiorare lo stato di salute.
Comunque sia, qualsiasi risultato dovrebbe far reagire URGENTEMENTE le istituzioni regionali per trovare soluzioni per le 18.000 persone che non sono ancora allacciate all’acquedotto (dato da delibera).
Detto questo, speriamo che non solo il comunicato ma anche la mia interrogazione in Consiglio regionale trovi un riscontro tanto celere e magari corretto, cosa che non è avvenuta per le precedenti interrogazioni riguardanti gli alimenti ed i dati non ancora forniti alle Mamme No Pfas, atti ispettivi in attesa di risposta da un anno.
A 2 anni dalle nuove indicazioni di sicurezza Efsa, mi sembra che il tempo sia più che scaduto.
E’ possibile verificare a questo link la correttezza di quanto da me riportato :
https://efsa.onlinelibrary.wiley.com/doi/epdf/10.2903/j.efsa.2020.62230
Per visionare l’interrogazione:
https://bit.ly/3Tm2nvN
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