Rifiuti – Cresce il biodegradabile ma gli impianti veneti sono inadeguati
Se da un lato, cresce la cultura ‘plastic free’ e la buona pratica di usare negli eventi, feste e sagre, stoviglie compostabili, scopriamo che in Veneto i nostri impianti di smaltimento sono inadeguati. Serve un intervento strutturale.
Sono sempre di più i cittadini, gli enti, le aziende così come gli organizzatori di eventi collettivi diffusi sul territorio che anche in Veneto utilizzano stoviglie in materiale completamente biodegradabile e compostabile con cui si realizzano soluzioni e prodotti a ridotto impatto ambientale.
Eppure, di fronte a questa crescita della cultura ‘plastic free’, promossa anche da molte nostre amministrazioni, il Veneto si ritrova impreparato.
Su questo tema ho presentato un’interrogazione.
Un’esempio di quanto sta accadendo, lo ritroviamo nell’alto vicentino, dove gli impianti non riescono a processare questi materiali come rifiuto umido, nonostante siano compostabili. Questi scarti vengono quindi trattati come frazione estranea all’umido e tornano ad impianti di smaltimento come il termovalorizzatore o la discarica.
Di qui la considerazione sul fatto che siamo di fronte ad un problema che coinvolge tutto il territorio veneto ed esige un intervento di scala regionale.
Ho chiesto dunque alla Giunta regionale se verrà redatta una mappatura degli impianti di trattamento che necessitano di un adeguamento ai materiali biodegradabili e compostabili e quali misure verranno adottate per risolvere questa carenza strutturale che vanifica il positivo sforzo a favore dell’ambiente che sta venendo da tanti cittadini.
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