Unioni montane, bene affidare nuovi fondi, ma serve una visione per il futuro
Ad oggi l’istituzione delle Unioni Montane, volute dalla Regione, è stata segnata da molte difficoltà pratiche e finanziarie, è giunto il momento di dimostrare quanto alla politica realmente importi del futuro di queste aree.
Dobbiamo constatare che il percorso di trasformazione delle Comunità Montane in Unioni Montane, come voluto dalla legge regionale 40/2012, non è stato privo di difficoltà. Basti pensare alla attuale pendenza della procedura di liquidazione disposta per le ex comunità montane della Lessinia o di Agno-Chiampo.
A questo si aggiunge lo scioglimento quest’anno della Comunità marosticense. Ci troviamo quindi di fronte ad un vero fallimento, infatti sempre maggiore è il numero di amministrazioni montane che mettono in dubbio la validità di questo strumento.
Europa Verde ha accolto favorevolmente il provvedimento che attribuisce ulteriori fondi alle Unioni Montane, seppure limitati rispetto alle esigenze reali, ma la sfida vera sta nell’intervenire con convinzione e determinazioni in fase di approvazione del bilancio della nostra Regione.
Nuovi introiti alle nostre montagne non bastano se prima di tutto a mancare è il riconoscimento effettivo dell’importanza di queste aree. Abbiamo il dovere politico di investire economicamente e culturalmente su queste aree, andando a ridurre quel gap esistente tra queste aree ed il resto del Veneto
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