Valdagno, due vittime del cataclisma: non chiamatelo maltempo
Esprimo tutta la mia vicinanza alla famiglia che ha perso padre e figlio, inghiottiti dalla voragine che si è aperta sul Ponte dei Nori a Valdagno, in provincia di Vicenza. Questo tragico evento ci richiama brutalmente alla realtà della crisi climatica e al costo umano che essa comporta. Mentre il Nord Italia è travolto da eventi meteorologici estremi, dobbiamo prendere coscienza della gravità del collasso climatico che stiamo affrontando.
Non possiamo liquidare questi accadimenti chiamandoli “maltempo”. Si tratta di fenomeni sempre più frequenti e intensi, conseguenza diretta dell’aumento delle emissioni di gas serra. Ogni settore deve essere coinvolto nell’azione urgente: energia, trasporti, edilizia e consumo del suolo sono aree in cui è imperativo intervenire per ridurre l’impatto sul pianeta. Non si tratta solo di proteggere il nostro ambiente, ma di salvaguardare vite umane.
Il tragico incidente di Valdagno evidenzia la necessità di adattare i nostri territori agli effetti della crisi climatica. È indispensabile investire in infrastrutture resilienti, promuovere una pianificazione territoriale attenta e sensibilizzare la popolazione sull’importanza di un cambiamento radicale. Le comunità locali devono essere al centro di queste strategie, perché sono quelle che pagano il prezzo più alto.
Come eurodeputata dei Verdi, continuo a lavorare per promuovere politiche ambiziose che affrontino la crisi climatica con determinazione. Non possiamo più ignorare l’evidenza: la catastrofe climatica non è un problema lontano, ma un’emergenza presente che richiede azioni immediate. Siamo tutti chiamati a fare la nostra parte per proteggere la vita e il futuro del nostro pianeta.
Spero che questa tragedia serva come monito per accelerare interventi concreti e sostenibili. La crisi climatica non aspetta e non perdona. È tempo di agire.
Leggi il comunicato stampa.
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