Il declassamento del lupo rischia di danneggiare gli agricoltori
Da oggi il declassamento dello status di protezione lupo è ufficiale. E i primi a rimetterci saranno gli agricoltori. Da imprenditrice agricola ed eurodeputata dei Verdi/ALE vi spiego perché.
Anzitutto, però, esprimo la mia forte preoccupazione per il recente declassamento dello status di protezione del lupo, una decisione che potrebbe avere gravi conseguenze per gli agricoltori e la conservazione della specie.
Il declassamento ridurrà i fondi per la prevenzione, lasciando gli agricoltori senza il sostegno necessario per proteggere il bestiame. Sebbene il lupo rimanga una specie protetta, il rischio è che la mancanza di fondi pubblici europei porti a un aumento del bracconaggio e a una diminuzione dei controlli.
Il declassamento potrebbe aumentare il divario tra l’Italia e altri Paesi come Svizzera e Francia, che investono molto di più nella prevenzione e gestione del lupo. In Italia, ci sono esempi virtuosi di coabitazione tra lupi e allevamenti, ma la politica non ha saputo sfruttare i fondi disponibili in modo efficace.
Ad esempio, l’amministrazione Fugatti in Trentino ha tagliato i fondi per la prevenzione e smantellato le strutture dedicate. Il risultato è che il fenomeno non viene gestito correttamente e si rischia di ricorrere agli abbattimenti, che non sono una soluzione efficace.
Occorre adottare un approccio scientifico alla gestione del lupo e c’è la necessità di vigilare affinché il declassamento non porti a un aumento del bracconaggio. La situazione italiana richiede maggiore vigilanza e obiettivi di conservazione chiari.
Leggi il comunicato stampa.
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