Predazioni lupi: Valdegamberi non serva le pecore su un piatto d’argento.
È risaputo come gli ovicaprini rappresentino la predazione più facile per i lupi: un consigliere regionale che si definisce esperto non può lasciare incustodito un animale, senza le protezioni previste per legge.
Che le pecore siano tra le prede preferite non lo sappiamo solo dalle favole, ma soprattutto dai dati che ISPRA ha messo a disposizione, grazie a un monitoraggio dettagliato sugli eventi di predazione da parte del lupo a livello nazionale.
La legge impone ai detentori di animali da affezione o da allevamento di adottare tutte le misure capaci di garantire la loro sicurezza: recinzioni, box, dissuasori, monitoraggio, cani da guardiania.
La presenza di animali, anche domestici, lasciati liberi e senza le necessarie precauzioni, attorno alle nostre abitazioni, costituisce una ghiotta opportunità per un animale che, come tutti gli altri, vaga alla ricerca di cibo.
Una semplice rete di contenimento, come quella spesso utilizzate per il bestiame e inizialmente distribuita anche dalla Regione agli allevatori, non è sufficiente.
Serve responsabilità e assistenza tecnica da parte delle istituzioni per chi detiene animali più a rischio in luoghi più esposti, come pascoli e malghe in alta montagna.
La mia passione per i cavalli mi spinge a garantire la sicurezza del mio e di quelli della associazione facendo ricorso a molteplici espedienti.
In primis, evitando di lasciare gli equini girovagare nelle ore di attività dei lupi.
Quindi i cavalli si muovono solo di giorno, quando non c’è nebbia e solo supervisionati o accompagnati, mentre la notte sono custoditi in stalle sicure e recintate.
Questo nasce dalla consapevolezza che il lupo si comporta da lupo, mentre noi dovremmo atteggiarci da cittadini responsabili.
Gli amministratori pubblici devono quindi fare la loro parte affinché le istituzioni diano assistenza preventiva vera, strumenti e strategie, sulla base di informazioni scientificamente esatte ed evitando lo strumento del panico morale.
Servirebbe poi almeno un poco di coerenza: non si può protestare per l’uccisione di animali selvatici, e non, uccisi dal e contestualmente sedersi a tavola e mangiare i loro simili
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