Fondi regionali alle associazioni venatorie, mentre solo briciole al soccorso degli animali
Ben 218 mila euro destinati dalla Regione alle associazioni venatorie, anche per la tutela della fauna selvatica. Mentre ai Cras poche decine di migliaia di euro.
Mentre chi promuove o esercita la caccia trova accesso alle casse regionali, i Centri di Recupero degli Animali Selvatici (CRAS) patiscono lo scarso riconoscimento per l’enorme lavoro di presidio e salvaguardia che svolgono nei confronti della fauna costantemente messa a rischio dalle stesse pratiche venatorie.
Addirittura le province di Venezia, Padova e Belluno non dispongono nemmeno di Cras, mentre i centri presenti nelle altre province boccheggiano per insufficienza di risorse.
Tutto questo è ridicolo considerando che il Veneto, secondo quanto messo in evidenza dal piano nazionale di contrasto al bracconaggio, risulta posizionarsi al quinto posto in Italia, con le zone del Delta, della Laguna e delle Prealpi definite aree calde a causa di pratiche illegali più intense. La stessa Regione Veneto nel 2019 annunciava la necessità di intensificare il controllo.
Questi fondi, destinati alle Associazioni Venatorie, sembrano poi essere oggetto di indagini e controlli da parte della Corte dei Conti e della Guardia di Finanza, come è stato confermato in commissione a Venezia nei giorni scorsi.
La Giunta Regionale riprenda contatto con la realtà dimostrando attenzione per la fauna del Veneto. È evidente che gli animali non votano, ma il senso istituzionale di rispetto per il patrimonio naturale del Veneto non può venire meno.
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