Sit in senza simboli per dire No al nuovo Piano Faunistico Venatorio sabato 25 settembre.

21 Settembre 2021
Caccia

In vista della discussione, in Consiglio regionale, sul nuovo Piano Faunistico Venatorio, associazioni e attivisti si mobilita per manifestare la loro contrarietà al testo presentato nelle scorse settimane.

Europa Verde lancia un sit in che chiama a raccolta cittadini, associazioni e forze politiche impegnati nella difesa della fauna e dell’ambiente in Veneto. Spiega Mattia Stella, co-portavoce di Europa Verde Vicenza: “Stiamo promuovendo GENERAZIONE NO CACCIA, un sit in che si terrà sabato 25 settembre alle ore 16 a Vicenza, in Campo Marzo nella zona del Bar Smeraldo.

Un evento con l’obiettivo di creare fronte comune tra tutti coloro che ritengono che sparare ad animale non significa amarlo.

Invitiamo tutti a partecipare, ma sarà una iniziativa senza simboli politici perché la salvaguardia della fauna e il contrasto al bracconaggio devono costituire un impegno trasversale e comune.

cacciaSul sito www.verdiveneto.org è possibile trovare l’appello che abbiamo lanciato assieme alla iniziativa”.

Tra le adesioni, al momento, si contano quelle di associazioni venete e attivisti, ma anche un paio di Consiglieri regionali, come Andrea Zanoni e Cristina Guarda, la quale spiega: “E’ significativo il fatto che questa iniziativa si svolga a Vicenza, poiché si tratta della provincia più penalizzata.

La legge in vigore prevede un 20% di oasi di protezione e zone di ripopolamento e cattura in Veneto.

Nessuna provincia raggiunge una percentuale tale da concorrere al raggiungimento di questa quota minima, ma in particolare a Vicenza, provincia con il più alto numero di iscritti agli ambiti di caccia, non arriviamo nemmeno a un 5% di quota utile a raggiungere la soglia minima di aree protette.

Il testo attualmente sottoposto all’iter in Commissione semplifica la procedura per i cacciatori in ordine alla iscrizione all’ambito di caccia, ma non semplifica la già complessa trafila a carico dei cittadini che intendono chiedere l’estromissione dei propri terreni dall’attività venatoria, creando un grave vulnus alla proprietà privata.

Mentre verrebbe introdotto un aggravamento per le attività quali: agriturismo, fattorie sociali, ecc. per quanto riguarda la richiesta di fondi sottratti alla caccia. Il nuovo Piano Faunistico Venatorio mette, inoltre, a rischio tante specie animali e non prevede misure che possiamo ritenere efficaci nel contrasto alle attività di bracconaggio.”

Conclude Fabio Cappelletto di EV Valle dell’Agno: “Si chiama piano faunistico venatorio ma di fatto è solo venatorio: si regolamenta e privilegia la caccia e non si prevedono azioni sostanziali per preservare la preziosa fauna selvatica veneta.”

 

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