Extinction Rebellion, a Brescia soprusi inaccettabili

19 Gennaio 2025
Diritti

Assieme a Benedetta Scuderi ho espresso solidarietà a Extinction Rebellion per i fatti di Brescia. Ieri, centinaia di persone hanno formato un presidio davanti alla prefettura per protestare contro i soprusi da parte degli apparati di polizia denunciati nei giorni scorsi.

Per questo, la nostra solidarietà va alle attiviste per il clima che hanno denunciato di aver subito soprusi durante il fermo. E la nostra vicinanza alle oltre duecento persone scese in piazza assieme a Extinction Rebellion a Brescia. È inaccettabile che delle donne siano state costrette a spogliarsi integralmente o utilizzare il bagno con la porta aperta. Ed è ancora più grave che abbiano subito trattamenti degradanti non riservati invece agli uomini.

Un episodio che si è verificato nei giorni in cui il governo italiano valuta l’introduzione di uno scudo penale per gli agenti. Ma è assurdo che proprio chi dovrebbe garantire la sicurezza e il rispetto dei diritti si consideri al di sopra della legge.

crisitna guarda a rovigo per ecoforum venetoCi uniamo alla richiesta di spiegazioni al Ministero dell’Interno, che ancora non sono arrivate. E sottolineiamo l’urgente bisogno di chiarimenti su quanto accaduto il 13 gennaio. I fatti denunciati dalle attiviste sono del tutto inammissibili in uno stato di diritto. E incompatibili con il diritto di tutte e tutti di manifestare liberamente il proprio pensiero. Pertanto, è necessaria quanto prima un’ispezione del Ministero che accerti e chiarisca quanto accaduto. E sono gravi le parole pronunciate dal ministro Piantedosi, che si è detto dispiaciuto se qualcuno si è sentito offeso. Il governo non deve dispiacersi, ma verificare l’accaduto.

Non dimentichiamo, inoltre, che l’Italia ha approvato una legge contro gli attivisti climatici. Ciò è estremamente grave e contribuisce a creare un clima di intimidazione nei confronti di chi lotta pacificamente contro il climate change. Aumentando le pene e le sanzioni, si è voluto colpire determinati gruppi e movimenti, limitando di fatto il diritto di protesta. Il combinato disposto con il cosiddetto “ddl sicurezza” rappresenta una deriva preoccupante. Che allontana l’Italia dai principi dello stato di diritto e dal diritto dell’Unione europea.

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